Via Francigena in MTB - Tappa n. 6 - Sutri - Piazza San Pietro


Via Francigena in MTB - Tappa n. 6 - Sutri - Piazza San Pietro
Album fotografico
Distance: 64 km - 891 m Ascent - 1.170 m Descent

Dopo una buonissima ed abbondante cena ed una notte molto riposante nel mezzo della campagna ci prepariamo per questa ultima tappa della nostra settimana in mountain bike su questo percorso bellissimo dove mancano circa 60 km al raggiungimento della nostra meta. La lunghezza della tappa è media e così pure il dislivello ma anche oggi un pò di fatica la dovremo comunque fare. Ci dispiace terminare un'itinerario bellissimo e nello stesso tempo vorremmo essere già arrivati e queste due cose sono evidentemente in contrasto tra di loro ma è una sensazione che sentiamo e parlandone tra di noi si capisce che è davvero così. Una buona colazione è quella che ci vuole prima di partire perchè se la stanchezza comincia a farsi sentire il fisico deve rispondere comunque alle sollecitazioni. Il meteo anche quest'oggi è bellissimo e questo ci aiuterà molto sul percorso.



Si parte dopo aver caricato la traccia GPS sul navigatore e dopo aver controllato che i mezzi siano, anche quest'oggi, in perfetta efficienza. La strada sarà lunga ma oramai ci siamo abituati ai ritmi giornalieri e anche se qualche dolorino nel fondo schiena lo sentiamo non possiamo lamentarci più di tanto perchè fino al momento attuale tutto è andato per il verso giusto. Lasciamo l'agriturismo a Sutri e per il primo tratto rifacciamo l'inverso percorso fino a raggiungere l'incrocio con la  SP3/c  dove giriamo a destra. Percorriamo questa strada provinciale dove di auto ne troviamo comunque pochissime e procediamo su asfalto per circa 1000 m superando il ponte sul Fosso Santa Giulia e poi giriamo a sinistra quando troviamo la sterrata della  Strada Vicinale Santa Giulia . Nel mezzo dei noccioleti superiamo una fattoria e raggiunto il bivio ci teniamo a sinistra per proseguire tra campi coltivati e piante dove con un fondo sterrato bellissimo arriviamo ad un trivio. Proseguendo diritto ci portiamo sulla  Strada Vicinale di Vallicella  e da questo punto il paesaggio diventa molto più selvaggio mentre attraversiamo questi grandi pratoni.

Superata l'entrata di un maneggio, in stile americano, la strada, sempre sterrata, ci porta all'incrocio della stradina asfaltata che passa a fianco dei campi da Golf del Centro Tecnico Federale. Inizia a questo punto un breve strappo su strada asfaltata fino ad arrivare ad un bivio. Tenendoci a sinistra imbocchiamo via Sutri Vecchia, un'altra strada sterrata, che sempre in salita adesso tra uliveti ed un bellissimo scenario fatto di colline e campi da golf ci porta a scollinare con la strada che diventa a questo punto asfaltata. Con l'ultimo tratto in saliscendi raggiungiamo il comune di Monterosi a fianco della piccola Chiesa della Madonna della Centura. Girando a destra ci portiamo sulla via XIII Settembre e passiamo accanto al Palazzo del Cardinale (Fu residenza del cardinale Alessandro Farnese, nipote di Paolo III) oggi sede del comune. Lo strappetto ci porta a fianco della Chiesa di Santa Croce (Sec. XVI) e successivamente in discesa, su fondo in pavè, arriviamo all'incrocio. Girando a sinistra (passando accanto alla piazzetta a destra) ci portiamo davanti alla bellissima Chiesa di San Giuseppe (Sec. XVI) e proseguendo diritto su via Caduti di tutte le Guerre arriviamo ad un bivio dove seguiamo i cartelli che indicano la direzione Viterbo ed andiamo a superare il ponte sulla  SR2 .

La discesa su strada sterrata arriva ad un trivio e noi tenendoci a sinistra, c'è anche il cartello che indica la direzione della Via Francigena, ci portiamo sulla sterrata ed in seguito sulla stradina asfaltata che corre accanto alla statale e raggiungiamo il bivio. Girando a sinistra ci portiamo su via della Salivotta e superiamo una serie di villette su un fondo che adesso è diventato sterrato ed arrivati al bivio con via Castellaccio ci teniamo a destra per proseguire sempre tra i campi arrivando ad un'altro bivio. Troviamo anche qui un cartello e proseguendo nella direzione indicata, su questa bellissima strada bianca, andiamo ad attraversare questi grandi prati ed arriviamo all'incrocio con la  SP38 .  La attraversiamo e ci portiamo su via del Cascinone ed entriamo nel territorio comunale di Nepi. Attraversiamo anche qui dei grandi pratoni e sempre su un bellissimo fondo sterrato raggiungiamo l'incrocio con via Ronci. Giriamo a sinistra e seguendo la stretta stradina, asfaltata, che ci regala qualche curva rimanendo all'ombra degli alberi. Raggiunto un bivio giriamo a destra e proseguendo sempre su asfalto superiamo una villetta e percorriamo questa stradina dove non incontriamo davvero nessuno e dopo una breve salita un'altro bel tratto in discesa, finalmente ci aspetta. Arriviamo all'incrocio con la  SP37  ed attraversandola entriamo nel Parco Regionale della Valle del Treja

Come sempre accade, dopo una discesa, c'è sempre la salita e così non appena imbocchiamo la  Strada Comunale di Monte Gelato  iniziamo a scalare i cambi ed a spingere sui pedali perchè la strada parte subito in pendenza. Fortunatamente il tratto non è lunghissimo ma per essere l'ultimo giorno possiamo contare ancora su qualche piccolo residuo di forza e diminuendo la velocità e con il rampichino attaccato si sale. Quando termina rimaniamo in un tratto in falsopiano per qualche chilometro prima di iniziare la discesa verso il sito delle Cascate di Monte Gelato all'interno del comune di Mazzano Romano. Tra queste le fitte piante nascondono un bellissimo scorcio di cascate che il fiume Treja disegna nel suo lungo scorrere in questa parte Laziale dove il tufo la fa da padrone. Ovviamente passandoci accanto non possiamo non fermarci per gustarci con gli occhi questa meraviglia e così ci soffermiamo qualche minuto in più per scattare le bellissime foto che ci terremo come ricordo di questo nostro passaggio. Lasciamo, con un pò di rammarico, anche quest'altro bellissimo luogo e proseguiamo sempre sulla strada asfaltata per arrivare ad un bivio. 

Giriamo a sinistra e procediamo adesso su un'altra bella stradina che in un tratto dove il paesaggio è abbastanza selvaggio. Sempre in leggera salita arriviamo ad un'altro bivio dove giriamo a destra (non guardate le indicazioni dei cartelli, qui sono fuorvianti) ed iniziamo adesso una bella discesa dove un lungo rettilineo, che non lasciamo, ci conduce, dopo una curva a sinistra ad un bivio. Ci teniamo a sinistra e dopo aver superato alcune casette ci ritroviamo su strada sterrata e in un tratto pianeggiante ci portiamo ad un'altro bivio nel bel mezzo della campagna. Il silenzio e le distanze che iniziano a farsi vedere tra noi biker ci regalano l'opportunità di pensieri che spaziano nei tanti bei ricordi delle tante belle avventure passate insieme. Dopo circa 3 km di stradina sterrata con brevi saliscendi, non distanti dall'Autodromo di Vallelunga, iniziamo la rampa più dura della giornata con la salita sulla  Strada di Monte Gemini  che con uno strappo, fortunatamente con due tornanti dove rifiatare, ci fa arrivare a Campagnano di Roma. Fondo sconnesso in cui ad ogni buca sentiamo il nostro fondoschiena lamentarsi (sic.... sic.... sic....) arrivati sulla stradina di via Santa Lucia entriamo all'interno delle case.

Siamo arrivati sulle pendici del Monte Razzano e percorriamo via di Sant'Andrea andando ad attraversare il paese. I borghi su queste colline hanno tradizioni millenarie e sembra che Campagnano non sia da meno perchè la storia ci dice fondato nell'VIII Sec. La strada comunque in salita passa tra le case con facciate di tufo e arriviamo davanti alla bellissima scalinata che porta alla Collegiata di San Giovanni Battista (Sec. XIII). Seguendo la stretta stradina che risale ancora arriviamo in piazza C. Leonelli dove troviamo il Palazzo del Comune e dove ci fermiamo per timbrare le nostre credenziali. Tanta gentilezza all'interno degli uffici comunali e qualche minuto in più lo dedichiamo a rispondere ai quesiti che ci vengono posti sulla qualità del tracciato ed in che stato lo abbiamo trovato. Riprendiamo il nostro percorso superando la bella Fontana dei Delfini che si trova al centro della piazza, con un peccato che sia rovinata dal parcheggio pieno di automobili, ed a fianco della Chiesa del Gonfalone (Sec. XVI) Percorriamo corso V. Emanuele e il rettilineo in leggera pendenza ci porta all'esterno della case superando la vecchia porta d'ingresso al borgo. 

Proseguendo sempre diritto, dove, purtroppo torniamo a ritrovare il traffico arriviamo alla seconda rotonda e giriamo a sinistra seguendo via della Vittoria e successivamente sulla  SP10a  che ci conduce verso la zona periferica della cittadina con la strada sempre leggermente in salita. Il tratto è abbastanza lungo e fin qui pedalabile poi raggiunto lo stadio comunale Nicola Ferrucci lasciamo la provinciale e proseguendo diritto su via di Maria Bona iniziamo un'altra bella rampa dove ci tocca dare il meglio di noi stessi per non mettere il piede a terra. Con una velocità che è diminuita in modo sensibile e con l'aiuto dei cambi risaliamo questa collina e con una deviazione a destra, seguendo le indicazioni dei cartelli della Via Francigena, percorriamo la  Strada di Follettino   che risale ancora e raggiunto un'altro bivio giriamo a destra. La salita però non è ancora terminata e portandoci sulla  SP13a  , per un brevissimo tratto, le pendenze comunque calano e raggiungiamo il limite della collina non appena superiamo gli impianti del centro sportivo. Girando a sinistra, al bivio, imbocchiamo  Strada delle Piane  che in discesa ci fa lasciare le pendici del Monte Razzano. Senza nessuna deviazione proseguiamo su questa stradina che solo a percorrerla ti fa venire voglia di mollare i freni e prenderla a tutta velocità ma nonostante queste idee che ci frullano per la testa l'altra parte di noi, quella buona, ci dice invece di scendere con prudenza.

Dopo circa 1,5 km, passando a fianco di una grande siepe a cui fa seguito una fila di cipressi, arriviamo al bivio della  Strada delle Pastine  e tenendoci a sinistra sempre in leggera discesa superiamo questa zona residenziale e raggiunto un'altro bivio ci teniamo a sinistra per imboccare  Strada del Sorbo .  Non incontriamo quasi nessuno e procediamo ancora nel mezzo della campagna dove ad ogni curva il paesaggio davanti a noi cambia e la vista delle colline ti fa venire voglia di diminuire la velocità e di goderti questa tranquillità esterna ed interna che in questi momenti assapori con tutto un'altro spirito. Al bivio del Santuario della Madonna del Sorbo (Sec. X) ci teniamo a destra e proseguiamo ancora in discesa entrando nel Parco di Veio. La stradina poco dopo entra all'interno del bosco e dopo aver superato il ponte sul torrente Cremera  uscendone dalla parte opposta ci ritroviamo nel mezzo di una grande radura dove la strada bianca inizia un lungo rettilineo. Dopo la curva, iniziamo uno strappo, non lungo ma che si fa sentire dopo qualche chilometro in cui i muscoli si sono riposati e si suda. La giornata, già calda al mattino, a quest'ora è ancora più afosa lasciando, dietro di noi, la scia di  polvere. 

Raggiunto il parcheggio procediamo ancora diritto all'interno del Parco ritornando a tratti nel mezzo del bosco. Il fondo stradale intanto è cambiato ed ora una stretta lingua di asfalto serpeggia nel mezzo degli arbusti che rendono questo tratto molto particolare ed abbastanza selvaggio. Ricominciamo a vedere qualche casa e arriviamo alla periferia di Formello Raggiunto il grosso bivio giriamo a destra e ci portiamo per un breve tratto su via A. Angelozzi che lasciamo quando troviamo a sinistra la stradina in discesa che passa nel mezzo di alti muri di contenimento e raggiunge le prime case della cittadina. All'incrocio proseguiamo diritto su viale Umberto I° ed al bivio andiamo ad immetterci sulla  SP12a  di cui ne percorriamo veramente un brevissimo tratto. Raggiunta infatti piazza D. Palmieri ci portiamo a destra ed entriamo all'interno del centro storico cittadino superando Porta da Capo. All'interno delle antiche mura alla nostra sinistra troviamo Palazzo Chigi, oggi sede comunale, e la Chiesa di San Lorenzo Martire (Sec. X-XI) fermandoci per dare uno sguardo a quest'altro bellissimo borgo che in tutta sincerità non conoscevamo e non ci aspettavamo.

Risaliamo in sella e attraversiamo il paese percorrendo via XX Settembre sul fondo in pavè e ci gustiamo queste stradine strette all'interno della cinta di mura. La discesa che arriva all'incrocio con via Regina Elena ci riporta poco dopo alla realtà di tutti i giorni. Auto che transitano e che suonano il clacson forse per salutarci, ma ne dubito, con buona pace dei ritmi lenti a cui ci siamo abituati in questi giorni. Girando a destra arriviamo davanti ad un parcheggio e seguendo a sinistra ci portiamo su  Strada di Fontana Rutola  che su fondo sterrato va ad attraversare un boschetto raggiungendo poi un bivio. Il GPS indica che abbiamo superato la metà della nostra ultima tappa e se anche siamo un poco stanchi abbiamo la fortuna che, adesso, il tratto è in leggera discesa. Seguendo le rive di un fosso e il sentiero, raggiungiamo  il bivio con la  Strada Comunale di Pantanicci  ritrovando anche il fondo asfaltato. Giriamo a destra e seguendo il saliscendi arriviamo ad un bivio dove girando a destra troviamo anche il cartello con l'indicazione della Via Francigena. Seguendo la  Strada della Pietrarella di Monte Aguzzo  con un leggerissimo saliscendi raggiungiamo un'altro bivio dove giriamo a destra.

Seguiamo adesso  Strada della Pietrara  e su una bellissima strada bianca procediamo con una leggerissima discesa fino ad un bivio. Tenendoci a sinistra rimaniamo ancora sul tracciato principale e con una beve salita e la conseguente discesa arriviamo ad incrociare via di Santa Cornelia. Giriamo a destra e superiamo alcuni pini marittimi nel mezzo della campagna e raggiunto il bivio giriamo a sinistra per imboccare via della Selvotta. Dopo un primo tratto pianeggiante ecco la discesa che poco dopo supera il centro sportivo della società sportiva Lazio e prosegue con un saliscendi continuo fino ad attraversare il ponte sulla  SR2bis . Una volta superato la strada si restringe e nel mezzo di un paesaggio bellissimo e selvaggio cambia anche il fondo stradale diventando sterrato. Il primo bivio lo superiamo e raggiunto il successivo giriamo a destra per risalire leggermente sulla sterrata che affianca le recinzioni di alcune villette fino ad arrivare ad un'incrocio dove giriamo a sinistra seguendo l'altra sterrata della  Strada di Monte Michele .  Poco dopo ricominciamo la salita, mai impegnativa, che va ad attraversare campi dove il colore rosso dei papaveri rende anche questo angolo bellissimo. Non deviando mai dalla strada principale dopo una esse che la strada disegna a fianco della collinetta la salita termina.

La discesa successiva ci porta, dopo alcune curve, a fianco di un podere e proseguendo diritti in un bellissimo paesaggio che spazia a 360 gradi sulla campagna andiamo a percorrere la bellissima strada bianca, di via Prato della Corte, che corre nel mezzo di pini marittimi. Raggiunto un trivio, a destra troviamo un cancello e prima di girare vogliamo essere sicuri che la direzione, che ci indica il nostro navigatore, sia quella giusta ed in effetti è così. Fortunatamente sull'albero una grande F rossa e una freccia bianca ci danno queste informazioni e così, superato il piccolo passaggio a monte del cancello, iniziamo la discesa che ci conduce al ponte sul torrente Cremera. Il ponte è chiuso, forse per via dei forti temporali che si sono abbattuti qui nei giorni precedenti e così andiamo un poco più a valle e superiamo il guado. Siamo a fianco dell'Area Archeologica di piazza d'Armi (IX secolo a.C.- VII secolo d.C.) e poco dopo inizia la bella ed impegnativa salita che su strada bianca raggiunge le pendici della collina tufacea di Isola Farnese. Arrivati sulla strada asfaltata con gli ultimi scampoli di forza, abbastanza sudati e con la scorta d'acqua agli sgoccioli fortunatamente troviamo una fontanella subito dopo. La rupe di tufo sostiene Castello Farnese (Sec. XIII) che fa come da guardia al territorio circostante. Importante maniero che nei secoli ha visto le proprietà cambiare da marchesi a principi e principesse divenuto una proprietà privata viene tutt'ora utilizzato per eventi e matrimoni.

Proseguiamo adesso su strada asfaltata seguendo via dell'Isola Farnese che prosegue sempre in salita, ma adesso molto più leggera e spostandoci andiamo pian piano a lasciare le case del borgo. Con un'ultimo strappetto raggiungiamo il culmine della collinetta ed iniziamo la discesa che arriva ad un bivio dove ci teniamo a sinistra e raggiungiamo l'altra piccola frazione La Storta. Siamo alle porte di Roma e sin qui il traffico è stato quasi inesistente ma già le prime avvisaglie di come cambierà la nostra giornata le vediamo. La strada che percorriamo fortunatamente è larga ma dobbiamo tenere sempre l'occhio vigile su quanto abbiamo davanti e segnalare a chi è davanti a noi il sopraggiungere di qualche automezzo. Tenendoci sempre in fila indiana arriviamo al bivio sulla  SR2 . Con molta attenzione andiamo ad attraversarla e superato il semaforo iniziamo il lungo tratto che man mano procediamo si riempie di auto, bus e altri veicoli che in ogni istante suonano clacson oppure hanno il volume dell'autoradio al massimo e che ci fanno rimpiangere i bei momenti, fino a qualche ora prima, dove eravamo immersi nel silenzio più totale. Superiamo la Cattedrale dei Santi Cuori di Gesù e Maria, che troviamo alla nostra destra su un colle e sempre in leggera discesa arriviamo nel tratto alberato.

Dopo la deviazione a destra che, per qualche centinaio di metri, divide la strada ci portiamo in direzione della frazione La Giustiniana. I lunghi rettilinei presenti fanno aumentare la velocità dei mezzi a motore che ci sfrecciano a fianco in continuazione. Affianchiamo per un lungo tratto la linea ferroviaria Roma-Capranica-Viterbo ed arrivati ad un bivio siamo costretti per forza di cose a girare a destra e poco dopo lasciamo la strada statale per portarci al sottopasso ferroviario ed una volta superato tenendoci a sinistra ci portiamo su via San Giuseppe da Copertino. Il traffico qui di dimezza e possiamo proseguire con più tranquillità anche se l'attenzione è sempre massima. Alla rotonda proseguiamo ancora diritto e guardando le indicazioni procediamo in direzione del centro di Roma. (fase questa in cui è indispensabile guardare anche i cartelli stradali diminuendo di conseguenza la velocità). Con una sequenza impressionante di svincoli, rotonde semafori arriviamo a fianco della stazione di Ipogeo degli Ottavi (Ipogeo degli Ottavi-Tomba romana ritrovata durante gli scavi del quartiere Ottavia fu costruito intorno ai primi del III sec. d.C.). Raggiunto il bivio giriamo a sinistra e superiamo il sottopasso ferroviario per girare subito a destra e portarci su via Trionfale.

Riscopriamo nuovamente il sapore del traffico, incolonnato ed a passo d'uomo, che superiamo senza difficoltà perchè la lunga colonna di auto si snoda in questa parte della città in entrambi i sensi di marcia.  La strada che stiamo percorrendo è antica e dobbiamo ritornare di tanti secoli addietro per immedesimarci su quanta storia sia passato in questo tratto (Molto probabilmente il nome dato alla strada risale all'evento dell'epoca romana della vittoria di Furio Camillo sulla città di Veio, al quale fu concesso il trionfo proprio sulla strada che da Veio portava al colle del Campidoglio). Oggi non è più così, purtroppo, ed anzi più ci avviciniamo al centro più il traffico diventa caotico e la colonna inizia a portarsi sulla doppia fila rendendo anche il passaggio delle nostre mtb in alcuni tratti difficoltoso. Nonostante tutto questo arriviamo a fianco della Stazione ferroviaria San Filippo Neri e superatola, dopo il semaforo, giriamo a destra e percorriamo il sottopasso per uscire sulla piccola rotonda dove giriamo a sinistra imboccando via E. Di Mattei. Strada anche questa trafficata, ma rispetto alla precedente le auto sembrano scomparse. una breve risalita, dopo il bivio in cui ci teniamo a sinistra,  arriviamo in piazza Santa Maria della Pietà.

Giriamo a destra sulla stradina di via V. Chiarugi  e poi a destra su via F. Basaglia riportandoci nuovamente su via Trionfale, che in questo punto è però a doppio senso di marcia e con la sede stradale molto più ampia. Tenendoci per forza di cose a destra seguiamo un breve tratto di via dell'Acquedotto del Peschiera e raggiunto il semaforo giriamo poi a sinistra su viale dei Montorfani che seguiamo sul marciapiede a sinistra essendo il nostro senso contromano. Siamo arrivati nel Quartiere Monte Mario. Anche via Trionfale, in questo tratto la percorriamo contro mano, tenendoci anche qui sul marciapiede, ma perchè la nostra traccia è quella che si riferisce a chi segue a piedi questo tratto di via Francigena. Fortunatamente il tratto è breve e raggiunta a destra la rotonda ci portiamo sulle strisce pedonali e scendendo di sella andiamo ad attraversare la strada portandoci su via della Pineta Sacchetti. La discesa seguente ci riporta sulla strada principale e dopo la curva iniziamo a vedere alla nostra sinistra la bella Chiesa di San Francesco d'Assisi a Monte Mario (Sec. XVII).

Poco dopo. tra i palazzi delle borgate romane, raggiungiamo largo Cervinia, nel Quartiere Trionfale e siamo poco distanti da via M. Fani resa tristemente famosa per l'agguato, l'eccidio dei componenti della scorta e il rapimento di Aldo Moro. Proseguiamo a sinistra, con molta circospezione perchè qui il traffico c'è, e in rettilineo raggiungiamo piazza W. Rossi. Tenendoci poi a sinistra ci portiamo su via della Camilluccia e proseguiamo su questa bella strada alberata dove si contrappongono da una parte le palazzine di nuova costruzione e quelle invece dall'altra parte della strada costruite negli anni 40. Superiamo il semaforo, dove a sinistra troviamo il Centro Don Orione e poco dopo passando accanto alla bella Chiesetta della Madonna del Buon Consiglio giriamo a sinistra ed andiamo a percorrere via E. De Amicis che in discesa ci porta a fianco del cancello d'ingresso della Riserva Naturale di Monte Mario. Primo tratto abbastanza agevole poi uno strappo taglia gambe ci porta al belvedere. Davanti a noi lo stupendo paesaggio della Città di Roma con lo Stadio Olimpico e il Foro Italico proprio ai nostri piedi. Abbiamo già dimenticato tutta la fatica che abbiamo fatto per arrivare fin quassù ma merita davvero un passaggio perchè il colpo d'occhio è di quelli che non si scordano facilmente.

Iniziamo la discesa sulla stradina di via del Parco della Vittoria in un contesto dove la pineta ha un fascino particolare perchè quasi al centro della città ed in breve ritorniamo su via Trionfale. Superiamo il semaforo e girando a sinistra ne percorriamo poco meno di 200 m per girare a sinistra e procedere sulla stradina acciottolata che con una bella serie di tornanti ci porta all'uscita della riserva dove superiamo un cancello. Scendendo incontriamo chi sta facendo il nostro percorso in senso contrario ed è quindi basilare che la velocità venga alquanto ridotta per non incorrere in incidenti che possono poi causare, con anticipo, il termine della tappa. Raggiunto Piazza Maresciallo Giardino giriamo a destra e proseguiamo per un brevissimo tratto su via Gomenizza per girare alla prima traversa con via N. Bucchi. Raggiunto l'incrocio giriamo a destra e seguiamo un brevissimo tratto della Circonvallazione Clodia girando alla prima traversa a sinistra su via Durazzo. All'incrocio successivo giriamo a destra e percorriamo viale Angelico che con un lunghissimo rettilineo, oltre al troppo traffico, raggiunge piazza del Risorgimento da dove già intravediamo la grande cupola. La attraversiamo, non senza difficoltà per i tanti turisti presenti e ci portiamo sulla strada di via Porta Angelica in breve raggiungiamo Borgo Pio e superata la porta entriamo in Piazza San Pietro all'interno della Città del Vaticano. Scendiamo di sella e superiamo le transenne che delimitano il confine del più piccolo stato sovrano del Mondo superando i controlli che le forze di Polizia applicano a tutti coloro che vogliono passare all'interno.

Una gioia immensa, si propaga nel gruppo, essere giunti fin qui dopo una settimana ininterrotta in sella ad una MTB non è poca cosa ma il solo pensiero di arrivare in questa favolosa piazza ci ha fatto dimenticare in fretta la tanta fatica che giorno dopo giorno si faceva sentire sempre di più. Non abbiamo mai mollato e nonostante tutto, spingendo, sudando, ansimando e gioendo eccoci qui alla fine di uno straordinario percorso che rimarrà in ognuno di noi con ricordi diversi ma indelebili. E' ora adesso di scattare qualche bella fotografia davanti alla Chiesa simbolo della Cristianità mondiale contentissimi per questa meravigliosa settimana passata in compagnia. Non saprò mai come ringraziare gli amici che hanno voluto partecipare perchè senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile. I tanti passanti, turisti, ragazzi di ogni parte del mondo ci guardano e qualcuno si avvicina per chiedere anche in lingue che purtroppo non conosciamo da dove veniamo. Dopo le fotografie l'ultima cosa da fare è timbrare le credenziali e così ci portiamo a sinistra vicino al colonnato per raggiungere Porta delle Campane. Le Guardie Svizzere che sono destinate al controllo degli accessi ci fermano. Le disposizioni, per i pellegrini, sono quelle di far entrare solamente una persona per gruppo.

Ci si accorda subito e sarò io ad entrare e portare i documenti per la timbratura e ricevere poi la pergamena del Pellegrino. Superata la volta si entra all'interno della piazza dei Protomartiri Romani dove si deve entrare all'interno degli uffici della Guardia e lasciare un documento d'identità, ritirabile all'uscita, per attraversare poi la piazza e portarsi a sinistra verso la Sagrestia. In questi locali, che già all'entrata danno quel senso di pace dove il silenzio è dappertutto. Attendo qualche minuto e poco dopo, una porta che si trova al termine di una scala di marmo lucido si apre ed una signora gentilissima ritira le nostre credenziali e mi dice di aspettare ancora un pò di tempo. Nel frattempo scatto alcune fotografie dell'interno di questo padiglione per ricordo sapendo già che per rientrarci dovrò di nuova fare un percorso come questo. Mentre sono intento negli scatti ecco lo stesso rumore della porta sentito in precedenza che si riapre ed allora salgo io la scala per ritirare il tutto. Saluto cordiale da parte della signora che ha il tempo di dirmi se sono stanco e poi scambiate alcune battute la saluto ed esco. Ritirata anche la carta d'identità eccomi uscire salutando e fermandomi a parlare con le guardie che mi chiedono le informazioni dei nostri mezzi che sono parcheggiati a poca distanza da loro.
Con gli amici che mi chiamano mi accomiato da loro e distribuite le pergamene si parte verso il nostro albergo dove passeremo la notte. Questa sera, nonostante la stanchezza ci attende una cena che l'amico Mimmo ha già provveduto a prenotare in un noto ristorante della Capitale e poi un bel giro tra le belle strade di Roma non ce lo toglie nessuno. 

Non è ancora finita la nostra vacanza perchè anche il giorno seguente siamo ancora qui, ma questa volta le nostre mtb rimarranno a riposo mentre noi avremo l'opportunità, essendo pellegrini, di andare a visitare la Necropoli di San Pietro sempre all'interno della Città del Vaticano dove è stata ritrovata la Tomba di San Pietro con appuntamento il sabato pomeriggio alle ore 15:00, per il nostro gruppo.  Entrando a gruppi, numero massimo 10 persone, abbiamo diritto anche all'accompagnamento della guida che ci illustra tutto quanto andiamo a vedere. Unica cosa, da tenere in considerazione, non è possibile scattare fotografie all'interno e devo dire che da questo punto i controlli sono molto rigidi e le macchine fotografiche vanno lasciate nell'apposito spazio dedicato e custodito. La visita dura almeno un'ora e mezza ed è consigliata a chi non soffre di claustrofobia perchè la discesa è di 10 m sotto pavimento delle basilica e le luci sono davvero molto soffuse. Speciali porte in vetro, che gestiscono l'interno del microclima, si aprono in automatico dopo che un gruppo ne è uscito ed un'altro può entrare. Nell'ultima parte si potrà vedere anche la Tomba di Pietro (individuata presso il "Campo P", nella zona ovest della necropoli, dove la pietà dei cristiani aveva edificato una piccola edicola già intorno alla metà del II secolo). Sembra incredibile vedere a questa profondità dei monumenti che sono bellissimi ed in uno stato di conservazione notevole ma tutto si rifà all'Imperatore Costantino che decise di costruire la grande Basilica, che si trova al di sopra una necropoli. (Ancora in uso nel IV secolo. I tetti delle tombe furono scoperchiati e la necropoli fu interrata, divenendo così una solida base per le fondamenta della basilica. La decisione fu presa dall'imperatore in persona, dati i vincoli sacri che vietavano la manomissione (seppellimento compreso) di un cimitero). Ne usciamo davvero soddisfatti per portarci poi all'interno delle Grotte Vaticane in cui visitiamo le tante tombe dei Papi che vi sono sepolti. Risaliamo ancora e raggiunto l'interno della Basilica non ci resta che entrare e rimanere, come accade ad ogni visita, ad ammirare le tante bellezze e la tanta arte che contiene al suo interno.

Dopo una bella nottata dove abbiamo riposato le nostre membra eccoci di nuovo in pista per scorrazzare ancora per le strade di Roma visitando i principali monumenti e piazze come Piazza Navona, (Piazza Navona, ai tempi dell'antica Roma, era lo Stadio di Domiziano che fu fatto costruire dall'imperatore Domiziano nell'85 e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 265 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori) la Fontana di Trevi (Costruita sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi, il concorso indetto da papa Clemente XII nel 1731 era stato inizialmente vinto dallo scultore francese Lambert-Sigisbert Adam ma successivamente l'incarico passò a Salvi: si dice che il cambiamento fosse dovuto al fatto il pontefice non voleva affidare l'opera a uno straniero, ma un'altra versione spiega che Adam doveva ritornare in Francia.Cominciata nel 1732, fu completata trent'anni dopo da Giuseppe Pannini; stilisticamente appartiene al tardo barocco) il pittoresco Quartiere Trastevere e non può mancare Castel Sant'Angelo (Situato sulla sponda destra del Tevere di fronte al Pons Aelius (attuale ponte Sant'Angelo), a poca distanza dal Vaticano, tra il rione di Borgo e quello di Prati; è collegato allo Stato del Vaticano attraverso il corridoio fortificato del "passetto". Il castello è stato radicalmente modificato più volte in epoca medievale e rinascimentale) Sicuramente qualcosa ho dimenticato di accennare ma in questo luogo ad ogni angolo ci sono tante cose da vedere. Termina così la bella settimana di vacanza con gli amici in un bellissimo contesto come questo non si dimenticherà mai. Mancano ancora poche ore alla partenza ma anche questa sera un buonissima cena non ce la toglierà nessuno e un'altra visita notturna nelle strade di Roma ovviamente non potrà mancare.



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