Via Francigena in MTB - Tappa n. 3 - Loc. Gallina di Castiglione d'Orcia - Bolsena


Via Francigena in MTB - Tappa n. 3 - Loc. Gallina di Castiglione d'Orcia - Bolsena
Album fotografico
Distance: 70 km - 1.243 m Ascent - 1.257 m Descent



Dopo la buonissima cena di ieri sera, la bellissima nottata, passata in un ambiente tranquillo dove non ci sono rumori, eccoci pronti nuovamente per la terza giornata consecutiva sul percorso della Via Francigena. Colazione a base di pane con marmellata, torte fatte in casa, latte, caffè, brioche fresche, frutta e qualche biscotto, tanto per iniziare bene. La giornata non è limpida, come le precedenti, nuvoloni grigi in cielo che si stanno muovendo in modo molto veloce si avvicinano al nostro luogo di partenza. Quando abbiamo terminato la buonissima e calorica colazione e stiamo caricando, i nostri zaini e le borse, già qualche goccia di pioggia inizia a cadere. Sembra però, al momento, una nuvoletta passeggera ma ci consiglia di metterci addosso i nostri k-way, non si sa mai. Salutiamo i proprietari dell'Agriturismo, dopo aver saldato il conto, ed iniziamo la leggera discesa verso la  SS2 .


   
La raggiungiamo percorrendo a ritroso la  Strada di Case Sparse Sant'Ansano  per circa un chilometro e giriamo a sinistra ne percorrendone solo 100 metri per girare a destra ed immetterci ancora su un'altra sterrata che entra in un boschetto, oltrepassa su un ponte il torrente Rofanello e subito dopo la curva a sinistra, raggiunto il bivio, iniziamo la prima salitella della giornata. Intanto guardiamo il cielo e notiamo che anziché migliorare, le condizioni meteo stanno peggiorando, ma al momento non piove e viaggiamo se non altro al fresco. Ci fermiamo un attimo per toglierci le mantelline, iniziamo a sudare un pò troppo, e proseguiamo tenendo la sinistra quando passiamo il bivio per lasciare la strada sterrata e prendere invece un tratturo che passa proprio in fianco alle Case Sparse di Briccole di Sotto dove mi fermo un attimo per fotografare, anche qui, una chiesina diroccata dedicata a San PellegrinoLa strada, o tratturo, scende in direzione dell'asfaltata Strada  SP113  Statale del Banditone che noi solamente attraversiamo e dopo qualche metro siamo costretti, tutti, a scendere di sella perchè il guado sul torrente Rofanello non permette di rimanerci, essendo pieno di grosse pietre che bloccano, in continuazione, le ruote delle nostre mountain bike.


Fortunatamente il livello dell'acqua è bassissimo e non facciamo nessuna fatica a portarci sulla sponda opposta. Risaliti in sella usciamo dal piccolo bosco attraversando, sempre su un'altro tratturo, dei campi coltivati che risaltano nei colori differenti del verde, ma qui in questa stagione è così, le sfumature sono una di quelle caratteristiche di queste bellissime colline, che possono andare dal marrone chiaro al marrone scuro, quando sono arate, e nelle mille tonalità del verde quando invece sono coltivate. Rientriamo per un attimo in un'altro piccolo bosco e quando ne usciamo troviamo la vecchia strada Cassia  SP13  dove un bel cartello ci segnala che questa strada non è più in manutenzione dalla provincia di Siena. Meglio così, per noi, (non so se saranno d'accordo i residenti, ma bisogna dirlo, le abitazioni che troviamo sul tracciato si possono contare sulle dita di una mano) anche se il fondo, nonostante la manutenzione davvero inesistente, è in buono stato e si pedala abbastanza bene ma, sopra tutto, è il traffico che davvero non esiste.

Davanti a noi il cielo, in precedenza grigio, sta diventando sempre più scuro ma, al momento, non piove ed è già una vittoria. La strada continua a salire e le informazioni che vediamo sul GPS ci indicano che si proseguirà ancora su queste pendenze per circa 2 chilometri e mezzo. La velocità di 10/12 km orari ci permette di raggiungere la cima della collinetta non facendo molta fatica e una volta in cima al poggio la strada, con una bella curva a destra, inizia a scendere proprio davanti ad un trivio. A destra le indicazioni danno Campiglia d'Orcia ma noi proseguiamo sempre diritto e una bella discesa che traccia un ampio giro seguendo la collina ci riporta sulla  SS2 . Nel cielo nuvoloni neri intanto si avvicinano sempre di più e continuiamo a guardare in alto perchè questa situazione meteo, in tanti anni di mountain bike, è la prima volta che ci capita. Certo abbiamo provato altre volte a beccarci un pò d'acqua ma un cielo così grigio, nero e con questi nuvoloni carichi di, così, tanta acqua lo vediamo per la prima volta e forse qui il tutto è amplificato perchè non ci sono case e vediamo proprio la modifica della posizione della perturbazione ogni minuto che passa.


Non facciamo in tempo a mettere le ruote sulla statale che le prime avvisaglie si fanno subito sentire sulle braccia, con goccioloni che quando ti toccano ti fanno anche male. Ci fermiamo un attimo, è ora a questo punto di rimetterci addosso le nostre mantelle sperando che se anche la dobbiamo prendere non sia almeno troppa. Passano solo pochi minuti ed ecco scatenarsi il temporale, di quelli forti, dove le gocce quando toccano il terreno rimbalzano e poco dopo siamo in mezzo ad una bufera di aria ed acqua a catinelle. Non possiamo nemmeno ripararci da qualche parte poi vediamo che sulla nostra sinistra, la in fondo, c'è un distributore di carburante, ma non è vicinissimo e per arrivare li ci sarà almeno un chilometro. Intanto l'acqua continua a scendere e rende problematico anche vedere quanto c'è davanti a noi, gli scrosci sono forti, ma finalmente arriviamo nel piazzale e sotto le pensiline dell'area di servizio. Alcuni automobilisti, che ripartono dopo aver fatto il pieno, ci guardano come dire..... ma voi siete matti. Nonostante tutto questo, però, la voglia di ripartire c'è mentre nel frattempo attendiamo che la parte più brutta del temporale passi. Non è immediata, ma passa, e dopo circa 20 minuti, anche se la pioggia continua a cadere, però in modo più calmo, ripartiamo.


Da questo punto in avanti, sappiamo che sarà dura per cui, anziché seguire le sterrate che sono riportate sulle tracce del nostro GPS, decidiamo di prendere la strada asfaltata che sale verso Radicofani. Percorrerle quest'oggi, quelle stradine, sarebbe stato illogico, perchè non le conosciamo, non sappiamo come è il fondo del terreno e cosa ci potremo trovare davanti se dovesse ricominciare a piovere e oltre tutto saremmo anche nel bel mezzo di qualche bosco, sotto a tuoni e fulmini, meglio non rischiare. Poco dopo l'area di servizio infatti, a sinistra, si stacca la statale  SS478  che prendiamo e da questo punto inizia il tratto più duro dell'intera giornata. La strada, che nel primo tratto non ha pendenze importanti, ma è comunque  in salita segue le linee delle colline e prosegue sempre così anche nei successivi tratti dove però la pendenza aumenta, anche se è tutta pedalabile. Nel frattempo il meteo sembra essere leggermente cambiato, nel fondo della valle sottostante le nuvole nere sembrano aprirsi un poco e qualche tratto di cielo azzurro in lontananza lo vediamo, mah... speriamo. Non faccio in tempo a pensare di vedere il sole che ricomincia un'altra volta a piovere, va beh.... se deve andare così che vada ed intanto si pedala. Il gruppo ovviamente si allunga perchè tutti saliamo con il nostro passo, sappiamo che sarà ancora lunga e non vogliamo rovinare tutta la giornata arrivando scarichi di forze nel centro di Radicofani, perchè quando saremo li avremo percorso solo un quarto del percorso che ci attende.


Al bivio di Le Conie, proseguiamo diritto e siamo circa a metà della salita e la strada adesso spiana un poco e successivamente c'è anche un breve tratto di discesa, finalmente si respira un poco. Intanto ha quasi smesso di piovere e ci fermiamo un attimo per cambiare le mantelle, quelle lunghe, perchè il cielo si sta già aprendo e basta a questo punto un semplice k-way per non bagnarci le magliette. Gli ultimi tre chilometri sono ancora più duri da fare, le pendenze qui sfiorano l'11% ma per fortuna ormai manca davvero poco e poi potremo finalmente rifiatare un pò. Quando arriviamo al brevissimo tratto di discesa dove giriamo a sinistra per percorrere la salitella, tosta, ed entrare nel centro del paese il meteo è completamente cambiato, adesso finalmente c'è un bel sole e il cielo è ritornato completamente azzurro e dopo tant'acqua ci voleva proprio. Passata la porta di entrata, si entra nelle viuzze all'interno della cittadina dove le strade sono strette, come nella maggior parte dei complessi medioevali, contornate da case e chiese costruite, tutte, con le stesse pietre a vista rendendo il tutto davvero molto bello. 


Il paesaggio. da quassù, è qualcosa di spettacolare, la Val d'Orcia e il Monte Amiata, sullo sfondo, sono qualcosa di superbo e ci piace stare a guardare, per qualche momento in più, questi bellissimi poggi e colline che si perdono a vista d'occhio. Arriviamo nel centro del paese e nella piazza, alla nostra destra, la Chiesa di San Pietro (Sec. XIII) dove ci soffermiamo un poco perchè questa è anche l'occasione di effettuare il cambio delle nostre magliette, bagnate dal sudore, dopo che abbiamo percorso l'intera salita coperti da mantelle e k-way che riparano, si, dall'acqua ma non danno ricambio d'aria al corpo. Terminate queste operazioni ci rechiamo all'interno della bellissima Chiesa e veniamo accolti da Don Elia che ci parla di questa bellissima chiesa in modo assolutamente semplice e ci ricorda che per le potenzialità sonore, all'interno delle navate è una tra le Chiese più acustiche del territorio italiano. Ci piace stare ad ascoltarlo e ci rechiamo insieme nella sagrestia per timbrare le nostre credenziali mentre parliamo ancora con lui, ma è ora di partire perchè di strada ne dobbiamo percorrere ancora molta.

Lo salutiamo e ci dirigiamo dalla parte opposta del Borgo per prendere in discesa un tratto della  SP24  che con un'ampia curva incrocia più avanti la  SS478  che lasciamo però subito per prendere a destra la bella strada bianca sterrata che passa tra le colline. Anche qui il paesaggio è fantastico, da una parte e dall'altra si vedono colline colorate di verde, di giallo e di tantissime tonalità di marrone che ne fanno di questo luogo veramente uno spettacolo. La strada prosegue con una bella discesa, dove ad ogni curva dobbiamo regolarci di freno posteriore, perchè ad ogni cambio di direzione la strada tende sempre a portati verso l'esterno. Scendiamo quindi con una buona velocità, ma è bene sempre ricordarsi che le discese sono fatte anche per recuperare lo sforzo fatto in salita e prendendole troppo velocemente si corre il rischio di arrivare poi ancora stanchi alla prossima impennata della strada. Passiamo nel frattempo tra i terreni di alcuni Poderi che si susseguono accanto alla strada e che hanno dei nomi che non possono non rimanere impressi, CastellinaCasa del Maestro, sono solo alcuni, ma ce ne sono molti altri, la sui poggi, da dove ogni tanto vediamo staccarsi un'altra sterrata e poi ancora un'altra che li raggiunge.


Sono circa 8 chilometri, o almeno ci indicano i nostri contachilometri, di discesa e poco prima di arrivare al Podere Novella la strada ricomincia a salire ma è una salita breve perchè un tratto in leggero falsopiano ci conduce fino a Ponte a Rigo.Sarà, questo, l'ultimo dei paesini che troveremo da quando siamo partiti, della Regione Toscana, e tra poco entreremo nel Viterbese  o Tuscia anche se manca ancora qualche chilometro di strada. Raggiunto l'incrocio con la  SS2  ci fermiamo ancora un attimo per riempire di acqua fresca le nostre borracce, alla piccola fontanella,  mangiarci un fruttino, scambiare quattro chiacchere e controllare che tutto sia perfettamente a posto sui nostri mezzi. Il sole intanto è momentaneamente sparito e il cielo si è leggermente coperto però, fortunatamente, qualche soffio d'aria c'è e si può pedalare anche se oramai è quasi mezzogiorno. Da quello che ci indica il GPS fino a questo momento abbiamo percorso la bellezza di 26,5 chilometri e il dislivello non è stato bassissimo e siamo poco sopra ai 600 metri..., non male. Facciamo scorrere la parte che riguarda l'altimetria e scopriamo, ma ne eravamo convinti, che quello passato era solo la metà di quello che ci attende quest'oggi. Ripartiamo girando a destra sulla statale e poi seguendo le indicazioni, cartelli, entriamo a sinistra su un tratturo che costeggia la strada asfaltata e oltrepassa il grande bivio prima di riportarsi nuovamente sulla strada asfaltata dopo essere entrato ed uscito in un boschetto. Teniamo la sinistra e imbocchiamo la provinciale  SP20 -Traversa Cassia-Aurelia oltrepassando il Fiume Paglia e il Torrente Senna, in sequenza, e iniziamo a percorrere questo tratto di strada asfaltata che raggiunge la Località Valsacco (piccola zona industriale) dove il lungo rettilineo inizia leggermente a salire. 


Non sono pendenze eccessive, ma comunque un poco di fatica la facciamo anche in questo caso. La strada poi spiana e per un tratto un leggero saliscendi ci accompagna.
Giungiamo nelle vicinanze di un podere, alla nostra destra, e le indicazioni stradali e del GPS ci indicano che dobbiamo seguire a sinistra per immetterci e percorrere un'altra bellissima sterrata che in discesa attraversa i campi su due lunghissimi rettilinei dove, quando giriamo lo sguardo, vediamo lontano, la in alto alla nostra sinistra Radicofani, e mentre proseguiamo su queste stradine, che sembrano davvero disegnate con una riga, arriviamo su un piccolo ponte e attraversiamo il Torrente SieleGiriamo a destra e subito la stradina inizia nuovamente a salire, senza mai essere dura su un fondo prima sterrato e successivamente asfaltato che fortunatamente ci fa rifiatare un poco. Dopo qualche giorno, con lo zaino sulle spalle, qualche dolorino inizia a farsi sentire ma anche questo non ci ferma e proseguiamo percorrendo adesso un tratto di strada  dove la campagna circostante risulta molto più selvaggia rispetto ai panorami precedenti. Ma il bello è questo, di questo percorso, ad ogni curva, ad ogni declivio o salita il paesaggio cambia in continuazione e vedere quanto può essere diverso fa parte del territorio che ovviamente è sempre in continuo cambiamento.


Il bel tratto in salita non è più lungo di tre chilometri e  quando termina siamo nei pressi del Podere La Casina dove giriamo a destra e poco dopo raggiungiamo il Podere San Giorgio proseguendo in falsopiano prima di iniziare la bella discesa e il breve tratto in salita per entrare nel Borgo di Proceno. Siamo sui Monti Volsini e da poco abbiamo lasciato la Val d'OrciaEntriamo nel paesino, posto come sempre in cima ad un poggio, oltrepassando una porta che si trova proprio nelle vicinanze della Rocca e percorriamo le via principale su cui si affacciano case con pietre esterne in tufo. La piccola salita attraversa tutto il centro ed arriva nella piccola piazza del paese dove si affaccia Palazzo SforzaQui per forza di cose un attimo di relax ci vuole e anche qualcosa da mettere sotto i denti perchè la fame inizia a dare qualche segnale anche forte. Il piccolo Bar, che si affaccia sulla piazza, fa proprio al caso nostro. Pranzo a base di focaccia, birra e tanta acqua per dissetarci ancora e poi, dopo un buon caffè, si riparte. La strada adesso è in discesa ed uscendo dalle mura dopo il primo tornante ci troviamo di fronte alla Chiesa di San Martino (Sec. XIII) e proseguiamo ancora in direzione del secondo tornante ma non lo imbocchiamo per seguire diritto e percorrere alcune stradine laterali poi giriamo a destra, ci sono le indicazioni, ed imbocchiamo in un single trail che scende nel bel mezzo del bosco con una discreta pendenza diventando in alcuni punti molto tecnico per via del fondo di sassi e radici sporgenti.


Uscendo dal bosco ci ritroviamo sulla strada asfaltata e siamo sulla provinciale  SP52  dove giriamo a destra per iniziare una nuova salita dove le pendenze superano anche l'11%, ma fortunatamente è breve e sopra tutto ci fa rimanere lontano dalla Cassia, che  si trova, giù nella valle, non molto lontano, comunque, da noi.  La incrociamo poco più avanti quando entriamo nel comune di Acquapendente. La traccia GPS originale ci manda quasi subito fuori dalla statale, stiamo infatti seguendo la traccia che normalmente si percorre a piedi. Noi la seguiamo, ma poco più avanti la stradina scende in mezzo ad una valletta dove un ponticello e una scalinata dall'altra parte risalgono verso il Monastero di Santa Chiara. Ovviamente risalire, una bella gradinata, con al fianco la propria mountain bike, non è il massimo, decidiamo perciò di ritornare indietro, verso la Cassia, ed entrare nel centro cittadino pochi metri più avanti, passando, comunque, in fianco al Monastero. Passiamo per il centro cittadino, anche qui stradine strette e case con muri esterni in tufo, seguendo i cartelli direzionali ed arriviamo davanti alla Basilica del Santo Sepolcro (Sec. X). Qui è d'obbligo una sosta, la Cripta conserva infatti una pietra macchiata di Sangue che, si dice, provenga dal Santo Sepolcro di Gerusalemme


Quando si scende nella Cripta, dove tutte le colonne e le volte sono in pietra tufacea,  sembra di respirare un'aria diversa, ed è come se si ritornasse indietro nel tempo di qualche secolo visto che, in questo luogo, sono transitati davvero un gran numero di Pellegrini, soldati e Regnanti, che andavano o tornavano da Roma per pregare in questo luogo la cui bellezza ti lascia, poi, la voglia di rimanere ancora li, qualche minuto, davanti a quella reliquia, dove se ci passi davanti non è possibile non sostare. Risaliamo in sella e ripartiamo lasciando anche Acquapendente riportandoci sulla Cassia che lasciamo poco dopo per prendere la Provinciale per Torre Alfina  SP50  che lasciamo a sua volta, al primo bivio a destra, quando incrociamo una piccola stradina che nel primo tratto è asfaltata ma che diventa in seguito sterrata. Girando ancora a destra dopo il bivio successivo attraversiamo campi coltivati  per ritrovarci nuovamente ad attraversare la  SS2  e proseguiamo su questo lungo tratto pianeggiante sempre tra coltivazioni di verdure e ortaggi procedendo dei lunghi rettilinei che arrivano nei pressi della zona industriale di Campo MorinoAttraversiamo la Strada Traversa Onanese Cassia e raggiungiamo il Podere San Paolo proseguendo in mezzo a questo paesaggio dove le case non sono più in alto, sulle colline, ma si vedono distribuite in mezzo alla campagna. Com'è cambiato il paesaggio da qualche chilometro a questa parte.

Continuiamo intanto la nostra pedalata sempre seguendo stradine sterrate, ben indicate nelle curve e nei bivi, dai cartelli segnaletici. Una breve salitella ci porta poi nuovamente sulla  SS2  che imbocchiamo subito dopo aver passato una piccola fattoria, sulla nostra sinistra. Il rettilineo ci porta poco dopo a San Lorenzo Nuovo che attraversiamo per intero, senza fermarci, passando comunque dalla bellissima e grande piazza Europa dove troviamo edifici del 1700 che la contornano interamente. La  SS2   continua in discesa e oltrepassate le ultime case davanti a noi ecco il primo spettacolare paesaggio sul Lago di Bolsena. Seguiamo la statale, quest'oggi i chilometri che ci indicano i nostri GPS, sin qui, sono quasi 60 e può anche bastare, ma non è ancora finita perchè la distanza che dobbiamo percorrere ancora per raggiungere la nostra destinazione è di circa 12 km. Fortunatamente tutto questo tratto è in discesa e purtroppo, dopo le prime due curve, le viste sul lago spariscono e mentre noi proseguiamo, con un bel ritmo, nonostante i chilometri percorsi, anche nel pezzo pianeggiante ci avviciniamo sempre più bellissimo paese che da il nome al lago, BolsenaQuando lo raggiungiamo entriamo subito nella parte vecchia della cittadina passando per Porta Fiorentina e ci immettiamo in queste splendide viuzze all'interno della vecchie mura passando per Via Porta Fiorentina, Via Cavour ed arrivando in Largo San Giovanni Battista e proseguire su Corso della Repubblica che ci porta nella piazza dove si trova la Basilica di Santa Cristina  e dove al suo interno c'è la Cappella del Miracolo Eucaristico.

E' ora adesso di trovare l'albergo che ci darà ospitalità per questa notte non prima però di essere passati un attimo sul lungolago per ammirare questo specchio d'acqua che è il lago di origine vulcanica più grande d'Europa. Il paesaggio circostante, bellissimo, in cui si intravedono in lontananza le due isole, Bisentina e Martana su un colore d'acqua che cambia ogni qualvolta giriamo lo sguardo e passa dall'azzurro al blu e viceversa. Giornata piena, anche quella di quest'oggi, siamo partiti dalla Toscana e prima di sera eccoci nel Lazio su un percorso che dire bellissimo è davvero riduttivo. Se togliamo i tratti che abbiamo percorso su sterrato, nel complesso su asfalto avremo percorso si è no 20 chilometri sugli oltre 70 previsti. Ma a parte questo quello che ci viene da ricordare, non è tanto il fatto sportivo, che anche quest'oggi comunque ha avuto la sua bella parte, ma sono quelle belle viste dei paesaggi sempre diversi, le persone che incontriamo giornalmente e con cui abbiamo l'occasione di parlare, sempre ben disposte e che non hanno mai una parola fuori posto. E' quello che ci aspettavamo, in cuor nostro, perchè tante volte anche avere un buon rapporto, anche da persone che non si conoscono, fa sempre piacere e questo l'abbiamo e lo stiamo provando in questi giorni percorrendo questo pellegrinaggio. 


Arriviamo in albergo, anche qui la solita buonissima accoglienza, ci vengono subito assegnate le camere ma prima di tutto dobbiamo provvedere al ricovero delle nostre bike. Ci viene indicato un locale, nei pressi della stireria dell'albergo, dove le sistemiamo e dopo averle scaricate dalle borse possiamo finalmente salire in camera. Oggi, tutti, siamo un pò più stanchi, effettivamente la distanza percorsa non è stata una sciocchezza, ed allora adesso ci vuole davvero un pò di riposo e far uscire tutte le scorie accumulate, sui muscoli, durante il viaggio sotto una bella e calda doccia. Il tempo di sistemare le nostre magliette, vedere anche stasera di fare un piccolo bucato, appenderle, fuori, sul balconcino della camera ed è già ora di andare a cena. Un pò di fame l'abbiamo, le calorie perse quest'oggi sono state davvero tante e dobbiamo quindi recuperare e lo facciamo davvero perchè il menù propone piatti tipici della cucina locale ed allora buon appetito.


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