Via Francigena in MTB - Tappa n. 2 - Lucignano d'Arbia - Loc. Gallina di Castiglione d'Orcia


Via Francigena in MTB - Tappa 2 - Lucignano d'Arbia - Loc. Gallina di Castiglione d'Orcia
Album fotografico
Distance: 54 km - 1.165 m Ascent - 1.016 m Descent

Sono le 7.00 quando suona la sveglia, ed il primo pensiero della giornata è.... perchè... poi quando si aprono definitivamente gli occhi eccoci pronti e sopra tutto carichi di quella voglia di partire che coinvolge tutto e tutti. Cerchiamo di non fare baccano e parliamo anche sottovoce per recare il minor disturbo possibile agli altri ospiti dell'albergo e dopo aver riempito gli zaini, con le tute asciutte dopo il bucato di ieri, ci prepariamo per la colazione che sarà come al solito molto calorica perchè quest'oggi la distanza da percorrere è più o meno quella del giorno precedente ma il dislivello sarà maggiore. Sono le 8:30 quando finiamo di controllare e sistemare i bagagli sui portapacchi delle mountain bike e dopo aver scattato la prima fotografia, davanti al cancello dell'albergo si parte.



Lasciamo il borgo di Lucignano d'Arbia prendendo in discesa la Strada di Lucignano che circa 600 metri dopo arriva ad un bivio dove ritroviamo ancora una volta la  SR2  dove giriamo a sinistra e seguire le indicazioni per Casciano e Murlo. Percorriamo questo piccolo tratto di statale fino all'incrocio di Vescovado dove proseguiamo diritto e risaliamo leggermente fino alla stradina alla nostra destra che sale verso il Borgo di QuincianoDalla strada, si vede benissimo la Cappella Pieri Nerli (Sec. XIX) che fa bella mostra prima dell'entrata nel borgo. Oltrepassiamo il passaggio a livello e prendiamo subito a sinistra, seguendo le indicazioni del GPS ma anche dei cartelli che troviamo ben posizionati. La stradina diventa poi un tratturo e evita un cascinale prima di correre parallela alla linea ferroviaria, Firenze-Siena, per un lungo tratto dove nella prima parte la troviamo alla nostra sinistra e superato un piccolo ponticello sulla  Strada di Curiano , la ritroviamo poi alla nostra destra. La campagna è bella, ben tenuta, i grossi rotoli di fieno sono posizionati tutti allineati e pronti per essere poi portati nelle vicine stalle per essere utilizzate durante il periodo invernale. Siamo ancora sulle Crete Senesi ed il paesaggio circostante cambia davvero ogni qualvolta si gira la testa.

Lasciamo i binari, che ci hanno accompagnato per circa 4 km, e il tratturo termina quando arriviamo in prossimità di un podere, alla nostra sinistra, per proseguire, adesso, sulla sterrata  Strada degli Stagni  che ci conduce a Ponte d'Arbia. La stradina asfaltata arriva all'incrocio con la  SS2  dove giriamo a destra per oltrepassare il ponte sul Fiume Ombrone e proseguire diritto per poco più di 300 m poi giriamo a sinistra per prendere la stradine che sale fino al Borgo di Serravalle un piccolo paesino che si trova su una collinetta. Le indicazioni della Via Francigena ci indicano poi di girare a sinistra, prima dell'entrata nel borgo, per una stradina sterrata in discesa dove le pendenze superano il 7%. Non a caso in questo punto scendiamo uno alla volta, il fondo di piccoli sassolini bianchi non ci invita certo ad una discesa a tutta birra anche perchè c'è il rischio di non riuscire a frenare per tempo una volta giunti in basso e finire poi fuori strada. Il peso degli zaini, che abbiamo con noi, chi appoggiati sulla mountain bike, chi invece in spalla, ci frenano non poco durante queste fasi, perchè buona parte del peso è sulla ruota posteriore e il grip sull'anteriore è davvero al minimo.


Raggiungiamo la valletta sottostante e il sentiero attraversa primo un piccolo tratto di bosco e poi un campo e con un'ampio giro raggiungiamo la base della località di Poggiarello Bigazzi. La stradina sterrata entra prima nel bosco e poi con una curva a destra, su un viale alberato, ha un'impennata davvero notevole con punte di pendenza oltre il 15% che qualcuno di noi preferisce fare spingendo la mountain bike mentre altri, seppur con fatica, riescono a raggiungere la cima della collina sempre in sella (bravissimi). Anche dopo la curva a sinistra si continua a salire, ma adesso le pendenze scendono di molto e quindi si può risalire in sella. Dall'alto della piccola collina, siamo in mezzo alle Crete, ed ad ogni angolo in cui giriamo la testa il paesaggio è davvero magnifico. Una serie infinita di colline, declivi, poggi e piccole case che in lontananza assomigliano ad un quadro dipinto sotto un cielo azzurro mai visto. Dopo un chilometro e mezzo di salita la strada ricomincia scendere e su un bel fondo possiamo adesso lasciare un pò di più il freno e aumentare la velocità. La strada scende con qualche bella curva, ampia, e poi qualche rettilineo e poi ancora curve a destra e sinistra e proprio sull'ultima io e l'amico Ambrogio ci troviamo davanti un branco di oche starnazzanti che è un piacere vedere mentre si muovono per raggiungere il proprio cascinale al di la della rete.


Riprendiamo la nostra discesa e adesso un lungo rettilineo con una bella curva a destra ci porta al sottopasso della linea ferroviaria Siena-Grosseto arrivando in Località Osteria nel comune di Buonconvento. Ci rimettiamo, un'altra volta, sulla  SS2   girando a sinistra e percorriamo solo il breve tratto che arriva fino all'ingresso di uno dei più bei borghi italiani. Come prima cosa, da fare, andiamo a timbrare le nostre credenziali presso il locale adibito dalla parrocchia che si trova all'interno del Museo della Mezzadria Senese. Anche qui veniamo accolti con molta cortesia e siamo anche lieti di scambiare quattro chiacchere con la persona che sta mettendo i timbri. dopo qualche battuta e stretta di mano la salutiamo ed usciamo nel piazzale antistante alle mura della cittadina e prima di rimetterci in marcia un piccolo spuntino ci sta. Dalla partenza a questo punto abbiamo percorso solo 12 km e prima di arrivare alla nostra meta odierna di strada ne dobbiamo fare ancora molta, ma con calma riprendiamo le nostre mountain bike ed entriamo all'interno delle mura, dalla porta a Nord, quella Senese. Attraversiamo la parte medioevale del borgo su via Soccini e passiamo accanto alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Sec. XVI) con la facciata di mattoni rossi e successivamente passiamo davanti al Palazzo Pretorio (Sec XIII) con la Torre civica (Sec. XVIII) oggi sede comunale.


Lasciamo le viuzze del borgo per riportarci nuovamente sulla  SS2  e ritornare indietro per una cinquantina di metri ed imboccare a destra la Provinciale  SP75  che lasciamo subito dopo prendendo a destra via I Maggio. Passiamo dietro al campo di calcio, siamo nella parte nuova di Buonconventoe oltrepassiamo la rotonda seguendo la strada che passa nel mezzo di case e villette. Arrivati all'incrocio con via Berlinguer giriamo a sinistra e arriviamo ad uno spiazzo dove alcuni cartelli ci indicano la direzione da prendere. Una sterrata, ciclo pedonale, che percorre la parte retrostante della zona industriale e che termina con l'incrocio di una sterrata dove giriamo a destra e ci rimettiamo sulla CassiaAl nostro orario di arrivo, in quel punto, non ci sono troppe auto ed abbiamo anche la fortuna di attraversare quasi subito la sede stradale girando a sinistra. Anche in questo caso, di statale ne percorriamo davvero poca (circa 400 metri) e subito dopo il distributore di benzina c'è un grande bivio che imbocchiamo e usciamo dalla sede asfaltata per proseguire sulla sterrata sottostante compiendo comunque la stessa curva della provinciale sopra di noi. Ritorniamo su asfalto sulla  Strada Provinciale del Brunello .


Fino a questo punto, tutto sommato, è stato un tragitto abbastanza tranquillo e anche se abbiamo percorso pochi chilometri, 15, il nostri ritmo è ritornato normale anche se non acceleriamo perchè di strada davanti a noi ce né sempre tanta. Proseguiamo sull'asfaltata per 1,7 chilometri e quando il GPS ci indica di girare, a sinistra, troviamo anche un bel cartello con le indicazioni. Saliamo leggermente, sullo strappo che ci porta al Castello di Altesi (Sec. XV), dove non possiamo non fermarci per dare un'occhiata a questa struttura così bella e così ben tenuta e dove è impossibile non scattare qualche fotografia e fare qualche filmato per registrare le orme del nostro passaggio. Nel frattempo abbiamo lasciato la Val d'Arbia e siamo entrati nella Val d'Orcia e siamo non molto distanti dalla città famosa, in tutto il mondo, per il suo vino, Montalcino e il BrunelloRipartiamo, dopo una bella pausa, ed iniziamo a questo punto con una bella serie di strade bianche che sono quasi sempre in salita, sono stradine che seguono sempre l'andamento del terreno, non viaggiano mai in costa e il saliscendi è sempre continuo. Da una parte e dall'altra ci sono vigneti di Sangiovese che diventerà poi al 100% Brunello, ma anche uliveti e zone di coltivazione che rendono il paesaggio molto singolare e sopra tutto ben tenuto. I filari, tutti alla stessa distanza, tutti piantati in modo che i moderni mezzi agricoli possano passare indisturbati tra le viti, tutti allineati in un modo perfetto danno già l'idea di come venga tenuta la vigna, anche nei minimi particolari.


Intanto il leggero saliscendi termina dopo qualche chilometro e dopo il caseggiato di una cantina qui le pendenze di colpo cambiano e raddoppiano in percentuale rispetto a quelle che abbiamo percorso sinora. Certo in qualche momento lo sconforto ti prende, ma poi guardi quanto hai attorno, con gli amici al fianco, ed ti dici... chi se ne importa se adesso c'è da faticare ancora.... e ricominci a pedalare sotto un cielo dove i cirri, quelle nuvole che assomigliano tanto ai filamenti d'argento, danno ancor più risalto al già bellissimo colore azzurro. Dicono, che quando sono presenti questi tipi di nuvole, il meteo rimarrà stabile ed allora siamo fortunati perchè, la sopra di noi, sparse, ce ne sono parecchie. Proseguiamo con il nostro itinerario dopo esserci fermati presso un podere per farci riempire le nostre borracce di acqua fresca, perchè da qui in avanti non sappiamo tra quanto tempo riusciremo a trovarne altra. Molto gentilmente la persona ci da tutto il tempo necessario e così dopo qualche bel sorso d'acqua fresca ripartiamo (non c'è niente di più dissetante di un buon sorso di acqua fresca quando si ha sete). La salita nel primo tratto è impegnativa, le pendenza, secondo i nostri GPS, sono oltre il 10%, ma fortunatamente il fondo è in ottime condizioni per cui anche con qualche peso in più sulle spalle riusciamo a risalire il Poggio Gambocci prima di iniziare una bella discesa che sempre seguendo una valletta nel mezzo delle colline arriva di nuovo sulla provinciale  SS2 .


Già si intravedono alcune case di Torrenieri, antica stazione di posta sulla Via Francigena, e mentre controlliamo le indicazioni, sia stradali che dei GPS, arriviamo in breve tempo nel centro cittadino percorrendo via Romana e ci fermiamo un attimo per gustarci un buonissimo caffè e fare scorta di qualche frutto nel negozio di alimentari. La ripresa della nostra pedalata, adesso è in discesa, e percorriamo la  SP137 Vecchia Cassia, ma dura poco, perchè appena superata, a destra una fabbrica, la strada ricomincia a salire. La strada è asfaltata, di auto non ne passa nemmeno una, cosa vogliamo di più, però è in salita ma le pendenze non sono eccessive e si può pedalare senza nessun affanno. Arriviamo così in cima anche a questa collina dove alla nostra sinistra parte la statale che va in direzione di Petriolo. La salita è terminata adesso ci attende almeno un tratto in discesa dove possiamo far riposare un attimo i muscoli delle nostre gambe che ogni giorno sono sempre più sollecitati. Non prendiamo molta velocità, vogliamo recuperare un poco, perchè già sappiamo che dopo una bella discesa dalla parte opposta c'è sempre una bella salita. Infatti è proprio così, non appena superiamo il ponte che oltrepassa il torrente Tuoma (Nome abbastanza singolare) il cartello (e come al solito i nostri GPS) ci indicano di girare a destra per imboccare quella sterrata che con un bel rettilineo in discesa, per il primo tratto, va in direzione del sottopasso della  SS2 .


La mappa del dislivello e della pendenza, che vediamo sul piccolo monitor del GPS, non da adito a dubbi, ed infatti, dopo la curva, la strada inizia nuovamente a salire con pendenze abbastanza importanti. Siamo il località San Giuseppe e costeggiamo per qualche centinaio di metri la Cassia, che rimane alla nostra sinistra, poi la strada gira a destra e si allontana dalla statale e arriva proprio davanti alle case di un podere. Teniamo la sinistra e riprendiamo a salire, percorrendo la  Strada di Riguardo , entrando in mezzo a un bosco e poi uscendone dalla parte opposta ci troviamo tra uliveti e campi arati di recente. Al bivio successivo, teniamo la sinistra proseguendo la salita fino ad incrociare un'altro podere poi il fondo stradale cambia, da sentiero diventa strada bianca e poco dopo, ad un'altro bivio, non possiamo non fermarci per fotografare i ruderi di una piccola chiesetta. Resti di un tempo lontano e sembra, a vederla da li che i suoi muri parlino. Il piccolo campanile, che ricorda molto le chiese Francescane, sta in piedi ancora per qualche miracolo.Non è bella, anzi bellissima, anche se non più tenuta ed è davvero un peccato lasciar andare così questi piccoli ma unici gioielli che chissà quante e quanti pellegrini hanno visto passare davanti e al loro interno.


La salita, in questo punto termina, ed inizia una breve discesa mentre davanti a noi già si intravedono le case e le mura di San Quirico d'Orcia. Come quasi tutti i paesi della Valle anche questo è posto in cima ad un colle e prima di arrivarci dobbiamo quindi fare l'ultimo sforzo su una piccola ma impegnativa salita che arriva nella parte nuova della cittadina. Percorriamo alcune viuzze interne e sempre in leggera salita raggiungiamo il piazzale dove c'è la bellissima Chiesa di Santa Maria Assunta (Sec. XI) entrando da Porta Ferrea. Ci soffermiamo un attimo per vedere il bellissimo portale d'ingresso per poi entrare e fare una vista e l'interno ad unica navata  e con l'abside nel fondo che ha un Crocefisso in legno proprio davanti ad una delle piccole finestre che la illuminano in un contesto davvero bellissimo. Lasciamo la chiesa e ci portiamo dall'altra parte della strada per ammirare l'Ospedale di Santa Maria della Scala (Sec. XIII) che dava rifugio ai pellegrini che percorrevano la Via Francigena e che era una dipendenza di quello Senese. Ci rechiamo anche all'interno del cortile dove c'è ancora il pozzo (su una pietra c'è la datazione 1543) e  nonostante ora vi siano al suo interno alcune abitazioni non sono state fatte modifiche rispetto alla pianta originale. Risaliamo in sella e percorriamo via Dante Alighieri per arrivare in piazza Libertà dove si affacciano la Chiesa di San Francesco, la Porta Leonina, e la porta d'ingresso agli Horti Leonini (Sec XVI).  


Qualche bella fotografia riusciamo a scattarla anche qui prima di fermarci a mangiare un boccone perchè adesso è davvero l'ora e il nostro stomaco inizia a farsi sentire. La giornata intanto è sempre molto soleggiata e ora che siamo fermi qualche folata di vento c'è, ma è leggerissimo, quel tanto che basta per non farci sudare. Dopo uno spuntino a base di Schiacciata Toscana, un buon bicchiere di birra e un caffè è ora di ripartire. Ripercorriamo via Dante Alighieri  e via Matteotti per portarci su via Garibaldi, una bella strada asfaltata, che lascia alle nostre spalle il Borgo e dopo alcune casette attraversa campi coltivati e uliveti. Al bivio teniamo la sinistra e il fondo adesso diventa sterrato su strada bianca e poco dopo inizia una nuova salita. Costante e su un viale inizialmente alberato di cipressi la strada sale senza però mai dare la sensazione di essere dura anche se non siamo molto distanti dal 10%. Mentre pedaliamo il paesaggio da una parte all'altra, dove cade lo sguardo, è uno spettacolo di colline e strade bianche che salgono e scendono in continuo fino a perdersi nell'orizzonte. Passiamo la località Bellaria e nel breve tempo, con strada finalmente in discesa, arriviamo al Castello di Vignoni (Sec. XI). La prima parte del castello che vediamo è la torre, quadrata, con piccole finestrelle nella parte alta, perfettamente conservata così come l'altra parte del Borgo dove procedendo su una strettissima viuzza arriviamo proprio davanti alla Chiesa di San Biagio (Sec. XIV). La piccola porta a fianco lascia intravedere un paesaggio bellissimo sulla Val d'Orcia che spazia da Bagno Vignoni verso Rocca d'Orcia e poi ancora più in la verso Castiglione d'Orcia e sullo sfondo il Monte Amiata, con uno Spettacolo davvero unico.

Usciamo da questa porta prendendo a sinistra, sulla sterrata che scende sotto il campanile della Chiesa di San Biagio (incredibilmente costruito al di fuori delle Mura) e poco dopo una bella discesa, anche tecnica, ci riporta più in basso sulla  Strada di Vignoni  che imbocchiamo girando a sinistra proprio davanti a un piccolo Camposanto che quasi non si vede talmente è coperto da piante. Inizia adesso un bel tratto in discesa, il primo con un lungo rettilineo e successivamente su curve a destra e sinistra che prendiamo con molta attenzione e raggiungiamo Bagno VignoniNon possiamo non passare dal centro del bellissimo Borgo dove si trova Piazza delle Sorgenti (
vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche) e ci fermiamo per forza, qualcuno di noi è arrivato qui per la prima volta, ed è rimasto davvero davvero a bocca aperta dove Papi, Santi e Nobiltà, un tempo, la utilizzavano a scopi termali. Adesso è severamente vietato immergersi ma resta sempre il fascino di questo luogo unico nel suo genere. Un buon gelato, prima di partire, non ce lo toglie nessuno e riprendiamo la Via Francigena facendo tappa, prima, ai canaletti di acqua calda che attraversano il terreno circostante al Borgo prima di scendere a cascata nella Valle dei Mulini nel sottostante Fiume Orcia.  

Ancora una breve discesa per arrivare al Ponte Peruzzi, una struttura ciclo/pedonale che attraversa il corso del Fiume e ci portiamo sulla sponda opposta per prendere a destra un piccolo single trail che sale tra un campo e costeggia un bosco. Il primo tratto è leggermente in piano, poi quando entra nel boschetto le pendenze diventano importanti e qui davvero bisogna fare fatica, pedalando di rampichino. Solamente quando raggiungiamo le recinzioni di un podere la strada diventa per un attimo pianeggiante. Siamo sudati, stanchi, i km fino a questo punto cominciano ad essere più di 40 e secondo, il resoconto del GPS, ci mancano ancora circa 20 km all'arrivo che vediamo come un susseguirsi, ancora, di salite e discese. Proseguiamo attraversando la  SS323   e nel prato successivo non troviamo indicazioni e seguiamo il sentiero che scende a sinistra.  Il GPS ci avverte poco dopo con la scritta " Fuori Percorso " e siamo costretti a fare marcia indietro e ci accorgiamo  che effettivamente il solco del single trail andava a destra. Poco dopo si inizia di nuovo a salire con le pendenze precedenti e dopo aver oltrepassato un'altro Podere con una curva a sinistra sembra che spiani leggermente, ma è comunque dura. Raggiungiamo nuovamente l'asfalto della  SS323  procedendo su un piccolo tornante. Di strada asfaltata ne percorriamo forse 10 metri perchè subito a sinistra si stacca una bella sterrata bianca che le indicazioni ci dicono essere la Via Francigena. La prendiamo e iniziamo finalmente a scendere su sterrato con  viste mozzafiato a destra e sinistra e la cima del Monte Amiata che sembra seguirci ad ogni curva per poi sparire e ricomparire ogni qualvolta lasciamo i tratti più o meno alberati.

Qui il caldo comincia a farsi sentire e anche se non è prestissimo il sole a picco inizia adesso a scottare, ma sarà perchè ci siamo stati sotto tutto il giorno? Mah, ne vedremo o sentiremo le conseguenze al nostro arrivo, la pelle adesso è sudata e nei tratti in discesa, come questo, un pò di fresco lo sentiamo. Il piccolo gruppo ovviamente si allunga, chi ha a disposizione più energie è davanti chi invece, come me, inizia ad avere qualche crisi di fame, rimane indietro, ma c'è sempre qualche amico. a turno, vicino che non ti lascia mai solo (ndr..: grande gruppo il nostro). Ricominciamo la salita, quando siamo all'incirca al 45° chilometro, però questa volta le pendenze sono molto inferiori e guardando la strada, che si vede davanti a noi, riusciamo a capire quanto davvero ci manca per arrivare in cima all'ultima salita della giornata. Saranno poco più di due chilometri, ma prima ci fermiamo a fare un'altra volta il rifornimento d'acqua presso una fontanella che è posta all'esterno di un podere. Qualche bel sorso di acqua fresca poi si riempiono nuovamente le borracce e si ritorna in sella perchè adesso la salita è quasi, davvero, terminata e ci attende, un bel tratto di discesa, fino all'arrivo nella prossima struttura in cui abbiamo prenotato. 

Seguendo sempre le indicazioni del GPS e dei cartelli segnaletici giriamo a destra prima di un Podere per lasciare la bella strada bianca e ci immettiamo in un sentiero che diventa poi un tratturo che passa nel mezzo di alcuni campi in uno scenario bellissimo con le tante sfumature del verde dei prati che cambiano davvero ad ogni curva. Un'altra fattoria quando arriviamo il località Case Sparse Sant'Angelo, dove effettivamente le casette sono distanti tra di loro ma ciascuna da il proprio nome alla località e cento metri dopo ci troviamo di colpo presso le Case Sparse Morello, e poi più avanti le Case ManzineCase Passalacqua, ritrovando per qualche chilometro nuovamente la strada sterrata. Quando incrociamo a destra l'ultima delle case sparse giriamo a destra e ci teniamo ancora a destra passando a fianco del viale che entra nell'agriturismo e attraversiamo il verde prato su un bellissimo single trail. Sentiero che prosegue sempre in discesa su continui avvallamenti del terreno, dovuti molto probabilmente alle piogge ed in questo caso, il tratto, risulta abbastanza tecnico perchè oltre tutto l'erba è anche molto alta e non vediamo effettivamente dove mettiamo le gomme delle nostre bike. Poco più avanti arriviamo a ritrovare la strada asfaltata  SS2  che imbocchiamo girando a destra sul ponte che oltrepassa il Torrente Rofanello in Località Gallina di Castiglione d'OrciaNon appena le gomme, della mia mountain bike, si mettono sull'asfalto capisco subito che c'è qualcosa che non va e controllando la ruota posteriore mi accorgo di aver forato. La spina di qualche rovo, trovato sull'ultimo tratto sarà sicuramente la causa, ma sembrerebbe che la gomma non scenda di pressione in fretta e così prima di provvedere alla sostituzione della camera d'aria proviamo a dare qualche colpo con la pompa per verificare che possa tenere fino all'arrivo, perchè da dove siamo manca davvero poco più di un chilometro alla nostra meta odierna.

Il tutto sembrerebbe funzionare fino a quando non giriamo a sinistra imboccando la  Strada di Case Sparse Sant'Ansano . La gomma si affloscia e mentre io sono del parere di spingere la mountain bike fino alla struttura, che si trova qualche centinaio di metri più avanti, gli amici vogliono a tutti i costi provvedere a sostituire la camera d'aria, adesso, così, come dicono, poi non ci pensiamo più. Operazione che dura davvero poco, oramai siamo esperti e controllando il copertone c'è proprio una piccola spina che lo ha forato ed è riuscita anche a passare il nastro di Kewlar che dovrebbe proteggere la camera d'aria, succede. Rimettiamo a posto tutti i ferri e finalmente arriviamo a destinazione e l'accoglienza è delle migliori. Subito ci vengono assegnate le camere e qualche bottiglia d'acqua per dissetarci e una volta consegnati i documenti, per la registrazione, possiamo finalmente andare a farci una bella doccia prima di iniziare le solite operazioni di lavaggio delle nostre magliette e di ricovero delle nostre mountain bike. Giornata intensa anche oggi, controllando le distanze le pendenze e il dislivello notiamo che la tappa è stata abbastanza lunga, nella media come quella di ieri, ma è sopra tutto il dislivello che ci ha fatto andare leggermente più piano, anche se la bellezza di questi paesaggi merita davvero qualche fermata in più per gustarli davvero tutti, a pieni polmoni, e caricarci e proseguire ancora, giorno dopo giorno, con tutte le difficoltà che potremo e dovremo incontrare nelle prossime tappe che ci aspettano.
Pier
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