Sondrio - Piateda - Decauville - Sentiero Valtellina


04/07/2019 - Sondrio - Piateda - Decauville - Sentiero Valtellina
Album fotografico
Distance: 44 km 1.271 m Ascent 1.271 m Descent

Giovedì in mtb lontano da casa e quindi con alzataccia la mattina per essere al punto di ritrovo entro le 6:00. Siamo già quasi al completo come gruppo ma troveremo ancora qualche amico già sul treno, Elio, mentre Walter ci attende alla stazione di Sondrio. Tracciato assolutamente nuovo, per noi, con una salita abbastanza impegnativa, non tanto per la pendenza quanto per la lunghezza, ma su asfalto fino alla centrale elettrica di Vedello dove il traffico a motore è veramente ridotto a zero. Sono però le gallerie della Decauville che nel primo tratto si susseguono una dietro l'altra che fanno di questo itinerario una cosa speciale. Un tratto completamente sterrato che si snoda anche su ponti in ferro dove sono ancora presenti le rotaie ad altri dove invece il materiale rotabile è stato smontato completamente. Sono rimasti però tutti i passaggi all'interno della montagna e in alcuni tratti è meglio essere attrezzati con le luci perché la lunghezza è tale da rendere la visuale nulla o quasi. Paesaggi bellissimi con le Prealpi che ci accompagnano per tutto il percorso e qualche cima ancora innevata sullo sfondo. Bella e calda giornata nonostante i quasi 1000 m di altezza e come al solito una buonissima compagnia


Stazione di Sondrio, con treno proveniente da Milano Centrale, quasi in perfetto orario, con giornata che si preannuncia già calda quando usciamo dai vagoni. Rimasti al fresco dell'aria condizionata la differenza di temperatura la sentiamo subito non appena mettiamo le gomme delle nostre mountain bike sulla banchina. Uscendo sulla bella piazza G. Bertacchi la prima cosa da fare è quella di entrare nel bar sull'angolo per gustarci una bella brioche ed un buon caffè che ci sveglia un pochino essendo partiti all'alba da Monza. Accesi i nostri GPS e caricate le tracce si parte. L'itinerario originale prevede di seguire il sottopasso ferroviario, ma dovremmo scendere spingendo i nostri mezzi perché c'è la scala e parlando con una persona che si è fermata a guardarci, con aria incuriosita, ci viene indicato che poco più avanti, alla nostra sinistra esiste un passaggio ciclo pedonale che va ad attraversare la ferrovia e ci porta nuovamente sull'esatta posizione dell'inizio del percorso. Ringraziandolo iniziamo il nostro itinerario arrivando all'incrocio con via Tonale dove giriamo a sinistra.

Percorriamo il breve rettilineo, 250 m, per girare poi a destra e imbocchiamo via Morbegno dove il primo tratto è asfaltato diventa poi cementato e risulta nel tratto terminale come stradina ciclo pedonale. All'incrocio con via E. Vanoni giriamo a sinistra andando a superare la  SS38  tramite il sottopasso e attraversato il ponte sul fiume Adda ci portiamo sulla sponda opposta e giriamo a sinistra imboccando via Porto. Una curva, in salita, ci fa arrivare subito nel mezzo delle case della piccola frazione Porto e con la strada in costante ascesa raggiungiamo il bivio con via Segrada. Tenendoci a sinistra e proseguiamo sul rettilineo fino a raggiungere il bivio, a ridosso del tornante, dove proseguiamo diritto seguendo via dei Maestri. Con la strada con fondo stradale nuovo ed il traffico ridottissimo superiamo la piccola frazione Moia di Albosaggia passando davanti alla bella Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo (Sec. XV) e ci portiamo poi su via Giugni seguendo per un tratto la provinciale  SP20 .

Arrivati alla piccola frazione Bordighi andiamo ad attraversare le case del piccolo paesino per portarci prima alla frazione Campilunghi e poi a quella di Piano dove lasciamo la provinciale per arrivare all'incrocio di Busteggia. Seguendo, a destra, le indicazioni per Piateda Alta ci immettiamo nella stradina di via Tambarini che va ad attraversare le case della piccola frazione ed iniziamo nuovamente l'ascesa entrando nel mezzo del bosco. Nonostante la temperatura inizi a salire, siamo nel mese di luglio, ci riteniamo però fortunati perché rimanendo all'ombra delle piante siamo nella parte ottimale per proseguire la nostra pedalata. Sempre in salita arriviamo ad un bivio e tenendoci a destra seguiamo via Pami dove le pendenze si alzano un pochino ma senza mai eccedere. Quello che notiamo, invece, è il fatto che su questa strada non c'è traffico veicolare… (meno male).

Superiamo anche il ponte che supera le tubazioni dell'acqua della centrale elettrica ed arriviamo alla piccola frazione Pam nel comune di Piateda. Un breve rialzo della pendenza durante il passaggio a curve tra le case poi la strada ricomincia a salire con le pendenze originali ed arriviamo al bivio. Tenendoci a destra seguiamo, anche qui, il cartello per Piateda Alta e poco più avanti percorriamo i due tornanti che in poca strada ci fanno risalire ancor più in quota. Arriviamo al bivio per Pusterla e giriamo a destra passando per il piccolo centro di Previsdomini con la strada sempre costantemente in salita e dove le pendenze diventano leggermente più dure. Anche in questo tratto nessuna auto in entrambi i sensi di marcia e così ci possiamo permettere di occupare tutta, o quasi, la sede stradale.

Superiamo il bivio di Vermaglio e fin qui abbiamo percorso già 11 km che sono sembrati lunghi ma è la strada che, sempre in salita, non permette accelerazioni. Poco più avanti troviamo il piccolo centro di Monno dove c'è la deviazione per Piateda Alta ma noi proseguiamo ancora diritto e andiamo a percorrere gli ultimi km all'interno della Val Venina (che prende il nome dal torrente che scorre all'interno delle profonde gole) raggiungendo in sequenza i piccoli agglomerati di case di Pendola, (al km 14,6), Molinari, (Al km 15,2), Pessa (al km 15,5) e quindi San Bartolomeo dove troviamo la bella Chiesa di San Bartolomeo (Sec. XVII) e le case sparse al di la del torrente. In questo tratto particolare, il GPS, continua a segnalare che stiamo andando fuori percorso ed è un continuo sentire il bip che ci indica poi che il percorso è stato ritrovato…. (lo potrete vedere anche dalla traccia che in alcune parti rispetto alla mappa siamo completamente al di fuori del tracciato stradale.  Non manca davvero molto, adesso, all'arrivo a Vedello che raggiungiamo circa dopo un chilometro.

Davanti a noi la Centrale idroelettrica ed il piccolo lago artificiale che con le sue acque di color verde smeraldo si vede anche a qualche centinaio di metri dall'arrivo. Siamo arrivati all'imbocco della Decauville. Prima però di immetterci nei sentieri è d'obbligo scattare qualche bella fotografia a ricordo della nostra escursione ed allora tutti in posa e click …. Click … Click…, dai scattamene una con il mio telefono che la mando ai miei amici, dice qualcuno, dai anche a me …. Ehi ci sono pure io…. Dopo aver sorseggiato un bel sorso d'acqua ripartiamo… Il primo tratto della sterrata si snoda con un fondo erboso e dove i vialetti di terra sono appena visibili poi man mano che si procede su questo bellissimo sentiero il terreno cambia e si inizia a mettere le gomme sulla strada sterrata. Iniziamo l'entrata e l'uscita dalle gallerie dove il fondo invece è sassoso. Mentre in alcune la lunghezza non è eccessiva in altre dobbiamo per forza di cose accendere i fari, montati sulle nostre mountain bike, per avere la visione davanti a noi di eventuali ostacoli perché il buio è veramente fitto. In prossimità di alcuni tratti, dove il torrente ha scavato delle belle gole, a suo tempo erano stati costruiti ponti in ferro e solo in questi brevi tratti sono ancora presenti le strette rotaie dove una volta passava il trenino che trasportava uomini e materiali che venivano utilizzati per collegare le varie dighe e i bacini.  

Circa 4,5 km dopo arriviamo al bacino di Gaggio pedalando appena sotto la cima del Sasso della NonnaRitroviamo un tratto di strada asfaltato e giriamo a destra andando a percorrere il tornante che supera dall'altro i due laghetti e le case e poco dopo tenendo la sinistra andiamo ad imboccare l'altra strada sterrata che in un bellissimo scenario passa tra la pineta e alcuni ponti su torrenti dove le cascate la fanno da padrone. Rimanendo sempre sulla strada principale superiamo il bivio per Palosa e raggiungiamo la piccola frazione Briotti. Usciamo dalle case e andiamo a seguire l'ultimissimo tratto della Decauville  e poi raggiunto un bivio giriamo a sinistra e con un bel tratto impegnativo, in discesa, ci portiamo verso la frazione PrestinèDa qui in avanti fino a Sazzo sarà asfalto con continui cambi di direzione e tornanti che ci impediscono, per fortuna, di prendere troppa velocità anche se in alcuni tratti superiamo abbondantemente i 40 km orari. Nonostante non siamo bassissimi come quota (550 m) il caldo ad ogni curva in discesa si fa sentire sempre di più ed oltretutto ci sono anche i primi morsi della fame che iniziano a darci dei segnali. Decidiamo quindi di raggiungere il primo centro abitato così, se siamo fortunati, troviamo anche un locale dove poter mettere qualcosa sotto i denti.

Ci mettiamo davvero poco a raggiungere Sazzo e siamo anche fortunati a trovare la trattoria dove ci fermiamo e dove mangiamo davvero bene. E' però ora di partire e mancano almeno 10 km all'arrivo a Sondrio ma saranno tutti in discesa e quasi tutti su asfalto. Passiamo davanti al Santuario di San Luigi Gonzaga (Sec. XVII) ma non possiamo fermarci perché il tempo è tiranno e abbiamo un treno da prendere alla stazione. Qualche bel tornante e scendiamo ancora in direzione del bellissimo paesino di Carolo andando ad immetterci subito sul Sentiero Valtellina. Passiamo all'interno del centro storico del borgo dove le case con i muri in pietra si affacciano sulle strade lastricate e uscendo dal paese andiamo poi ad attraversare il ponte sul fiume Adda alla piccola frazione BoffettoRaggiunta la sponda opposta passiamo accanto alla Chiesa di Santa Caterina e giriamo a sinistra su via Valeriana arrivando all'incrocio con via Streppona.

Abbiamo lasciato, volutamente, un tratto del "Sentiero" per rimanere sulla parte destra del fiume (in discesa) ma la sterrata che si ricollega non dura molto e quando siamo arrivati ad incrociare via Stazione nei pressi di Poggiridenti lo ritroviamo. Seguiamo a questo punto la stradina che passa non molto distante dalle sponde del fiume Adda e quest'oggi le acque sono abbastanza arrabbiate perché oltre al colore marrone scorrono con veemenza alzando in alcuni punti anche delle belle onde. Intanto, davanti a noi, il cielo sta diventando sempre più scuro e notiamo che nel fondovalle forse già sta piovendo. Cerchiamo di accelerare un poco la nostra andatura per evitare se possibile il temporale e raggiungere la stazione senza prendere acqua. Purtroppo non è possibile perché sulla strada non ci siamo solo noi e tra pedoni ed altri biker che transitano sulla stradina è un continuo premere il freno e ripartire così decidiamo di tenere un'andatura da crociera sperando di arrivare in tempo. Quando raggiungiamo Sondrio andiamo a percorrere lo stesso tratto iniziale e arrivati in stazione ci portiamo subito sul binario n. 2 dove tra 5 minuti arriva il treno per Milano Centrale e sul quale  saliremo. Ce l'abbiamo fatta anche questa volta però prima di ripartire un saluto a Walter è più che doveroso e poi tutti in carrozza soddisfatti anche quest'oggi per la bellissima escursione.

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