Valdelsa - Assisi - Castiglione del Lago - Torgiano
17/05/2018 - Valdelsa - Assisi - Castiglione del Lago - Torgiano
Album fotografico
Distance: 55 km - 551 m Ascent
Ci si mette in sella sulle strade di Castiglione del Lago, uno dei borghi più belli d'Italia, verso le 9:00 dopo un'abbondantissima colazione a base di cibi dolci e salati con cui prendiamo energie sufficienti atte a darci quella carica che ci servirà per percorrere i circa 60 km che ci separano da Torgiano. Lasciamo l'albergo Le Macerine e questo angolo bellissimo vicinissimo al lago ed iniziamo questa penultima tappa del percorso con una giornata all'insegna del sole anche se i grossi nuvoloni stazionano sempre sopra le nostre teste ricordandoci che la bella stagione deve ancora cominciare.
Temperatura anche abbastanza fresca e con un leggerissimo venticello che spira dal lago ma che non ci da fastidio, anzi, e con questa leggera umidità che circola ci sta bene. Percorriamo viale Divisione Partigiana Garibaldi ed arriviamo alla rotonda dove incrociamo la SR71ter -Strada Regionale Umbro-Casentinese e la attraversiamo per seguire un brevissimo tratto di via della Stazione, evitando così di rimanere sull'arteria principale. Giriamo a sinistra alla prima traversa su via Novella e seguendo la stradina ritroviamo un pò più avanti, 800 m circa, la strada regionale.
Girando a destra proseguiamo sul rettilineo ed in questo tratto, purtroppo molto battuto dalle auto, ci rimaniamo per oltre 2 km, ma fortunatamente la sede stradale è larga e alla destra della striscia bianca, che delimita la larghezza della carreggiata, c'è abbastanza spazio per rimanerci e quindi per il momento non intralciamo nessun veicolo.
Temperatura anche abbastanza fresca e con un leggerissimo venticello che spira dal lago ma che non ci da fastidio, anzi, e con questa leggera umidità che circola ci sta bene. Percorriamo viale Divisione Partigiana Garibaldi ed arriviamo alla rotonda dove incrociamo la SR71ter -Strada Regionale Umbro-Casentinese e la attraversiamo per seguire un brevissimo tratto di via della Stazione, evitando così di rimanere sull'arteria principale. Giriamo a sinistra alla prima traversa su via Novella e seguendo la stradina ritroviamo un pò più avanti, 800 m circa, la strada regionale.
Girando a destra proseguiamo sul rettilineo ed in questo tratto, purtroppo molto battuto dalle auto, ci rimaniamo per oltre 2 km, ma fortunatamente la sede stradale è larga e alla destra della striscia bianca, che delimita la larghezza della carreggiata, c'è abbastanza spazio per rimanerci e quindi per il momento non intralciamo nessun veicolo.
Proseguiamo fino al km 4,8 poi, trovando l'attimo in cui le auto non passano ci portiamo, a sinistra, sulla pista ciclabile che arriva alla rotonda e rimane sempre dalla parte sinistra del normale senso di marcia.
Raggiunto lo svincolo proseguiamo sempre diritto sulla SP103 -Strada Provinciale Romea e vi rimaniamo fino ad averne percorso 300 m per poi deviare a destra ed immetterci su una stradina sterrata che va in direzione della strada Regionale ma che prima di arrivarci gira a sinistra e ci conduce in zona artigianale Pucciarelli.
Rimaniamo, nel mezzo, tra le strade, provinciale e regionale, passando per la località Carraia, un gruppo di villette ed un piccolo centro cittadino tenendoci sempre sulla strada principale e procedendo nel mezzo della pianura con campi coltivati e piccole zone a cultura di oliveti.
La stradina asfaltata con una curva a esse va poi in direzione del Santuario della Madonna della Carraia (vuole la tradizione che la Chiesa è stata costruita (XVI e il XVII sec.) dove esisteva un'edicola Sacra della Vergine perchè durante una partita di bocce tra contadini uno di questi iniziò a bestemmiare e rivolgendosi alla statua posta all'interno dell'edicola disse: "Se anche questa volta il tiro della boccia non va bene, la prossima la tiro contro di te"; Il tirò andò male e, il contadino, come promesso, scagliò la boccia verso la statua, la quale venne colpita nel ciglio destro dell'occhio, dalla cui ferita sgorgarono lacrime di sangue.)
Pensando di trovare le porte chiuse ci portiamo comunque a ridosso del grande portone di entrata e lo troviamo socchiuso. Non ci azzardiamo ad entrare, non sapendo se è una proprietà privata, (anche se di cartelli di questo tipo all'esterno non ne abbiamo visti). Poi il portone si apre ed esce la persona che giornalmente va a controllare che tutto sia in ordine e alla nostra richiesta di poter entrare e visitare l'interno con molto garbo ci chiede da dove arriviamo e poi ci invita ad entrare.
Siamo stati davvero fortunati perchè arrivare nello stesso momento del sagrestano non è da tutti i giorni e perciò ci affrettiamo e solchiamo il portone entrando all'interno dell'edificio. Davanti a noi l'altare con l'edicola al cui interno c'è il quadro della Madonna e tutt'intorno statue lignee decorate ad oro in stile Barocco. Sugli altri altari tele sempre con raffigurazioni della Vergine ed infine la cupola con i dipinti dei quattro Evangelisti ai 4 lati.
Raggiunto lo svincolo proseguiamo sempre diritto sulla SP103 -Strada Provinciale Romea e vi rimaniamo fino ad averne percorso 300 m per poi deviare a destra ed immetterci su una stradina sterrata che va in direzione della strada Regionale ma che prima di arrivarci gira a sinistra e ci conduce in zona artigianale Pucciarelli.
Rimaniamo, nel mezzo, tra le strade, provinciale e regionale, passando per la località Carraia, un gruppo di villette ed un piccolo centro cittadino tenendoci sempre sulla strada principale e procedendo nel mezzo della pianura con campi coltivati e piccole zone a cultura di oliveti.
La stradina asfaltata con una curva a esse va poi in direzione del Santuario della Madonna della Carraia (vuole la tradizione che la Chiesa è stata costruita (XVI e il XVII sec.) dove esisteva un'edicola Sacra della Vergine perchè durante una partita di bocce tra contadini uno di questi iniziò a bestemmiare e rivolgendosi alla statua posta all'interno dell'edicola disse: "Se anche questa volta il tiro della boccia non va bene, la prossima la tiro contro di te"; Il tirò andò male e, il contadino, come promesso, scagliò la boccia verso la statua, la quale venne colpita nel ciglio destro dell'occhio, dalla cui ferita sgorgarono lacrime di sangue.)
Pensando di trovare le porte chiuse ci portiamo comunque a ridosso del grande portone di entrata e lo troviamo socchiuso. Non ci azzardiamo ad entrare, non sapendo se è una proprietà privata, (anche se di cartelli di questo tipo all'esterno non ne abbiamo visti). Poi il portone si apre ed esce la persona che giornalmente va a controllare che tutto sia in ordine e alla nostra richiesta di poter entrare e visitare l'interno con molto garbo ci chiede da dove arriviamo e poi ci invita ad entrare.
Siamo stati davvero fortunati perchè arrivare nello stesso momento del sagrestano non è da tutti i giorni e perciò ci affrettiamo e solchiamo il portone entrando all'interno dell'edificio. Davanti a noi l'altare con l'edicola al cui interno c'è il quadro della Madonna e tutt'intorno statue lignee decorate ad oro in stile Barocco. Sugli altri altari tele sempre con raffigurazioni della Vergine ed infine la cupola con i dipinti dei quattro Evangelisti ai 4 lati.
Siamo soddisfatti ed uscendo dalla chiesa mi porto sul retro della costruzione dove si trova la Casa del Cappellano. Anche questa sarebbe da visitare ma le porte sono chiuse.
Ripartiamo e seguiamo adesso via Anguillara che supera su un piccolo ponte un canale emissario del Lago Trasimeno e giriamo a sinistra sulla stradina bianca e la percorriamo tutta fino al bivio con via Serra e poi proseguendo ancora diritto ritroviamo la SP303 -Via Romea. Giriamo a destra e seguiamo il rettilineo portandoci poi sulla parte sinistra della strada per utilizzare la pista ciclo pedonale anche quando, poco più avanti, incrociamo la SR599 -Strada Regionale del Trasimeno Inferiore.
Alla nostra sinistra il Lago e mentre procediamo su questa bella stradina, molto probabilmente terminata di recente, passiamo la piccola frazione Mirabella e dopo la bella curva a U la zona del camping, l'allevamento Ittico ed entriamo nella località Sant'Arcangelo di Magione. Il sole nel frattempo è un pò sparito però sono sparite anche le grosse nubi bianche che questa mattina erano sopra al lago e si sono spostate, fortunatamente per noi, sulla sponda opposta.
Ripartiamo e seguiamo adesso via Anguillara che supera su un piccolo ponte un canale emissario del Lago Trasimeno e giriamo a sinistra sulla stradina bianca e la percorriamo tutta fino al bivio con via Serra e poi proseguendo ancora diritto ritroviamo la SP303 -Via Romea. Giriamo a destra e seguiamo il rettilineo portandoci poi sulla parte sinistra della strada per utilizzare la pista ciclo pedonale anche quando, poco più avanti, incrociamo la SR599 -Strada Regionale del Trasimeno Inferiore.
Alla nostra sinistra il Lago e mentre procediamo su questa bella stradina, molto probabilmente terminata di recente, passiamo la piccola frazione Mirabella e dopo la bella curva a U la zona del camping, l'allevamento Ittico ed entriamo nella località Sant'Arcangelo di Magione. Il sole nel frattempo è un pò sparito però sono sparite anche le grosse nubi bianche che questa mattina erano sopra al lago e si sono spostate, fortunatamente per noi, sulla sponda opposta.
E' quasi ora di fermarci a bere un buon caffè, per chi lo vuole, naturalmente, e guarda caso alla nostra destra c'è il Bar S. Arcangelo. Detto, fatto, parcheggiamo le nostre mountain bike alla grossa quercia che c'è a destra dell'entrata del locale ed entriamo per gustarci questo caffè, che devo dire era davvero ottimo, mentre qualcuno, visto i dolci che sono nell'apposito armadietto sul banco non perde l'occasione per assaggiarlo, ah... dai commenti era buono anche il dolce, ma non avevo nemmeno il dubbio.
Ripartiamo, non prima di salutare la signora che gestisce questo locale, e rimettendoci in sella attraversiamo la statale e ci riportiamo sulla pista ciclo pedonale. Proseguiamo con la stradina che diventa sterrata ed in questo punto si allontana dalla strada e si avvicina al Lago passando accanto ad un villaggio vacanze e poi ritorna a fianco della statale prima di terminare riportandoci, purtroppo sulla regionale.
Ne percorriamo però solo 400 m poi si può riportarsi a sinistra e proseguire su un tratto nuovissimo, di ciclabile, che ci riporta per l'ultima volta in riva al lago dove ci fermiamo per gustarci questo meraviglioso panorama che tra poco lasceremo per inoltrarci tra le colline umbre. Il cielo è ridiventato di color grigio, ma per fortuna non piove, e con i nostri giubbini con le maniche lunghe non stiamo così tanto male perchè sarà l'umidità del lago, ma fa veramente freschino anche se oramai siamo a mattina inoltrata.
Essendo dalla parte sinistra della strada ed essendoci di mezzo il guardrail non riesco ad attraversare la strada e portarmi nel piccolo piazzale davanti alla bella
Pieve di Santa Maria de Ancaelle (E’ considerata la più antica chiesa del Trasimeno) ma mi accontenterò di fare una fotografia per avere un'altro bel ricordo. Arrivati al Km 20,1 lasciamo la SR599 ed al bivio giriamo a destra sulla SP315/1 e superiamo il Passo di Montebuono che fin dai tempi antichi era l'unico passaggio che dalle terre di Perugia arrivava al Lago Trasimeno.
Con una leggera salita arriviamo al bivio della strada che a sinistra prosegue di direzione di Agello e che, sempre in leggera salita, passa nel mezzo di grandi uliveti e prati coltivati. Strada non molto larga e traffico quasi inesistente che però lasciamo quasi subito perchè, dopo aver superato i pali di segnalazione della fermata autobus, sulla destra parte una stradina bianca che va in direzione di un casale e ne attraversa il cortile.
Stradina in discesa attraverso i campi e che dopo la terza curva a sinistra diventa impraticabile. Siamo alle solite, con il terreno che tutto d'un tratto diventa appiccicoso e che con il fango che si attacca alle gomme diventa impossibile pedalare ed anche qui, siamo costretti a spingere. Davanti a noi il sentiero sale verso Agello, ma per noi diventa impossibile proseguire.
Con una leggera salita arriviamo al bivio della strada che a sinistra prosegue di direzione di Agello e che, sempre in leggera salita, passa nel mezzo di grandi uliveti e prati coltivati. Strada non molto larga e traffico quasi inesistente che però lasciamo quasi subito perchè, dopo aver superato i pali di segnalazione della fermata autobus, sulla destra parte una stradina bianca che va in direzione di un casale e ne attraversa il cortile.
Stradina in discesa attraverso i campi e che dopo la terza curva a sinistra diventa impraticabile. Siamo alle solite, con il terreno che tutto d'un tratto diventa appiccicoso e che con il fango che si attacca alle gomme diventa impossibile pedalare ed anche qui, siamo costretti a spingere. Davanti a noi il sentiero sale verso Agello, ma per noi diventa impossibile proseguire.
Già nelle condizioni attuali siamo fermi, e siamo in un tratto pianeggiante, se dobbiamo superare anche la salita diventerebbe davvero difficile arrivare. Maurizio e Emilio, che invece erano passati molto prima di noi, ci avvertono, telefonicamente, che nonostante tutto cercheranno di proseguire seguendo la traccia GPS. Con loro l'appuntamento è più avanti quando noi ci rimetteremo nuovamente sulla traccia.
Decidiamo quindi di prendere il tratturo che parte alla nostra destra, ma anche qui il fango è veramente molto vischioso e fortunatamente essendoci erba alta ai lati mettiamo li le gomme e proseguiamo sempre e comunque spingendo a mano il nostro mezzo. Non ci si regola con le distanze, se devi camminare e spingere, nello stesso tempo il mezzo, ed anche quando sembra tutto così vicino prima di arrivare sulla strada asfaltata che vediamo a circa un km da dove siamo il tempo di arrivo sembra sempre un'eternità.
Vuoi il fango, il continuo togliere e mettere i piedi nell'erba bagnata e nelle pozze che si sono formate, la gomma che non gira, togli il fango in continuazione, la stanchezza perchè il mezzo pesa il doppio e non è possibile nemmeno caricarlo in spalla perchè c'è già lo zaino, sono tutte cose che in certi momenti ti vien voglia di dire.... ma chi me lo ha fatto fare?....
Decidiamo quindi di prendere il tratturo che parte alla nostra destra, ma anche qui il fango è veramente molto vischioso e fortunatamente essendoci erba alta ai lati mettiamo li le gomme e proseguiamo sempre e comunque spingendo a mano il nostro mezzo. Non ci si regola con le distanze, se devi camminare e spingere, nello stesso tempo il mezzo, ed anche quando sembra tutto così vicino prima di arrivare sulla strada asfaltata che vediamo a circa un km da dove siamo il tempo di arrivo sembra sempre un'eternità.
Vuoi il fango, il continuo togliere e mettere i piedi nell'erba bagnata e nelle pozze che si sono formate, la gomma che non gira, togli il fango in continuazione, la stanchezza perchè il mezzo pesa il doppio e non è possibile nemmeno caricarlo in spalla perchè c'è già lo zaino, sono tutte cose che in certi momenti ti vien voglia di dire.... ma chi me lo ha fatto fare?....
Però c'è un'altra cosa che dentro di noi ci fa proseguire, è la voglia di arrivare alla meta e con questa voglia si superano tutti gli ostacoli, anche questi, dove la stanchezza fisica e mentale è davvero tanta. Ci mettiamo un tot.... ho i tempi ma non me la sento di scriverli, altrimenti ci prendereste per delle lumache, ad attraversare questo tratto che direi con un'affermazione sincera, quasi paludoso, ed arriviamo all'incrocio sulla SP315/1 (strada che avevamo lasciato poco fa) e siamo anche fortunati perchè davanti a noi ci sono capannoni con stalle di allevamento di animali, forse suini, e trovando le sbarre aperte entriamo alla ricerca di qualcuno perchè prima di proseguire sarebbe opportuno pulire un poco le nostre mountain bike, o meglio togliere il grosso del fango.
Non c'è nessuno però accanto al casale a sinistra troviamo delle canne dell'acqua e così in modo molto veloce ci mettiamo a lavare i mezzi, ma il fango, che oramai è già diventato quasi secco, ha qualche difficoltà a staccarsi. Alla belle meglio riusciamo nel nostro intento e dopo aver ridato un pò d'olio alla catena e al cambio ripartiamo. Percorriamo il rettilineo e quando arriviamo al primo bivio ci teniamo sulla sinistra e lasciando la provinciale andiamo verso il centro cittadino di Mugnano (I monaci benedettini vi costruirono un'abbazia intorno al X secolo, che fu poi affidata nel XIV secolo ai Cavalieri di Malta. Tuttora questo ordine gestisce degli appezzamenti agricoli nelle vicinanze. Nel XIV secolo fu poi anche costruito il castello, per offrire protezione e rifugio alla popolazione che si occupava di bonificare le terre) e mi fermo per scattare qualche bella fotografia ma ahimè al ritorno, queste rare foto si sono rivelate tutte sfuocate (va beh... ci ritornerò solo per questo, perchè il paesino davvero merita una visita più approfondita).
Lasciamo il centro storico di questo bel paesino e ritorniamo sulla provinciale ed arriviamo, pedalando sempre in leggera salita, verso il piccolo centro di Pietraia, quattro case sullo svincolo di strade provinciali e regionali e superiamo il ponte che attraversa la SR220 -Strada Regionale Pievaiola ed alla rotonda successiva ci teniamo a sinistra per iniziare la bella salita su stradina asfaltata che va in direzione del bellissimo borgo di San Martino dei Colli (Il borgo ha conservato quasi intatto il suo carattere medievale infatti, è un vero e proprio castello, come si può dedurre facilmente osservando alcune caratteristiche che conserva ancora oggi: la chiesa all'interno delle paese, il pozzo al centro della piazza, le mura che, in parte, ancora lo circondano).
Siamo in Umbria ed è facilissimo trovare questi poggi con fortificazioni che sono state costruite a suo tempo a difesa del territorio e seguendo adesso la strada che va in leggera discesa e che con una serie di tornanti discende un poco la collina dopo qualche curva eccoci davanti al piccolo borgo di Poggio delle Corti (Tratto dall'Archivio Storico Italiano: e fu la domenica mattina al levare del sole il signor Malatesta con le genti fiorentine si partì et andò a Firenze e lassò la Città alla Chiesa e fecero la via di Preghiti e Val di Pierla. A dì detto il campo imperiale e della Chiesa partì dalli alloggiamenti e andò alla Pieve Càina et alle Tavernelle et altri castelli. Saccheggiarono Agello et il Poggio delle Corti e parecchi altri castelletti benché fossero disgombrati.)
Superiamo anche questo bellissimo borgo e sempre seguendo la strada di San Martino dei Colli raggiungiamo un bivio dove lasciamo la strada asfaltata e girando a sinistra imbocchiamo la strada della Madonna del Giglio, una stradina bianca che scende dalla collina e si porta nel mezzo della campagna e che attraversa in un punto il tracciato dell'ex ferrovia Ellera-Tavernelle (da Wikipedia: La ferrovia Ellera-Tavernelle era una linea ferroviaria a singolo binario non elettrificata, che collegava la stazione di Ellera-Corciano, sulla linea Foligno-Terontola, con Tavernelle, percorrendo la valle del fiume Nestore. Poiché il previsto prolungamento fino a Chiusi (sulla ferrovia Firenze-Roma) non fu mai realizzato, la linea rimase sempre un tronco isolato, e venne dismessa dopo soli 7 anni dalla sua attivazione).
Noi proseguiamo in direzione del casale che troviamo quando raggiungiamo il trivio dove giriamo a destra e percorriamo questa stretta stradina che anche in questo punto attraversa i campi e ci porta all'incrocio sulla strada provinciale SP321 -Strada Provinciale di Pilonico Materno.
Giriamo a sinistra e seguiamo la strada asfaltata oltrepassando il ponte sul Canale Caina (Emissario del Trasimeno) ed entriamo nel piccolo centro di Pilonico Materno. Paese rurale e agricolo, circondato da una pianura rigogliosa e con campi arati che cambiano il colore del marrone della terra a secondo dell'esposizione alla luce del sole. Al primo bivio, dove c'è il palo della luce e lo specchio per il controllo dei veicoli che sopraggiungono, li superiamo e tenendoci a destra andiamo a imboccare la stretta stradina che arriva davanti ad una casa piuttosto fatiscente e qui giriamo a destra e proseguiamo sulla sterrata che arriva ad un bivio con un tratturo e noi qui giriamo a sinistra e proseguiamo ancora su strada bianca nel mezzo della pianura.
Non c'è nessuno però accanto al casale a sinistra troviamo delle canne dell'acqua e così in modo molto veloce ci mettiamo a lavare i mezzi, ma il fango, che oramai è già diventato quasi secco, ha qualche difficoltà a staccarsi. Alla belle meglio riusciamo nel nostro intento e dopo aver ridato un pò d'olio alla catena e al cambio ripartiamo. Percorriamo il rettilineo e quando arriviamo al primo bivio ci teniamo sulla sinistra e lasciando la provinciale andiamo verso il centro cittadino di Mugnano (I monaci benedettini vi costruirono un'abbazia intorno al X secolo, che fu poi affidata nel XIV secolo ai Cavalieri di Malta. Tuttora questo ordine gestisce degli appezzamenti agricoli nelle vicinanze. Nel XIV secolo fu poi anche costruito il castello, per offrire protezione e rifugio alla popolazione che si occupava di bonificare le terre) e mi fermo per scattare qualche bella fotografia ma ahimè al ritorno, queste rare foto si sono rivelate tutte sfuocate (va beh... ci ritornerò solo per questo, perchè il paesino davvero merita una visita più approfondita).
Lasciamo il centro storico di questo bel paesino e ritorniamo sulla provinciale ed arriviamo, pedalando sempre in leggera salita, verso il piccolo centro di Pietraia, quattro case sullo svincolo di strade provinciali e regionali e superiamo il ponte che attraversa la SR220 -Strada Regionale Pievaiola ed alla rotonda successiva ci teniamo a sinistra per iniziare la bella salita su stradina asfaltata che va in direzione del bellissimo borgo di San Martino dei Colli (Il borgo ha conservato quasi intatto il suo carattere medievale infatti, è un vero e proprio castello, come si può dedurre facilmente osservando alcune caratteristiche che conserva ancora oggi: la chiesa all'interno delle paese, il pozzo al centro della piazza, le mura che, in parte, ancora lo circondano).
Siamo in Umbria ed è facilissimo trovare questi poggi con fortificazioni che sono state costruite a suo tempo a difesa del territorio e seguendo adesso la strada che va in leggera discesa e che con una serie di tornanti discende un poco la collina dopo qualche curva eccoci davanti al piccolo borgo di Poggio delle Corti (Tratto dall'Archivio Storico Italiano: e fu la domenica mattina al levare del sole il signor Malatesta con le genti fiorentine si partì et andò a Firenze e lassò la Città alla Chiesa e fecero la via di Preghiti e Val di Pierla. A dì detto il campo imperiale e della Chiesa partì dalli alloggiamenti e andò alla Pieve Càina et alle Tavernelle et altri castelli. Saccheggiarono Agello et il Poggio delle Corti e parecchi altri castelletti benché fossero disgombrati.)
Superiamo anche questo bellissimo borgo e sempre seguendo la strada di San Martino dei Colli raggiungiamo un bivio dove lasciamo la strada asfaltata e girando a sinistra imbocchiamo la strada della Madonna del Giglio, una stradina bianca che scende dalla collina e si porta nel mezzo della campagna e che attraversa in un punto il tracciato dell'ex ferrovia Ellera-Tavernelle (da Wikipedia: La ferrovia Ellera-Tavernelle era una linea ferroviaria a singolo binario non elettrificata, che collegava la stazione di Ellera-Corciano, sulla linea Foligno-Terontola, con Tavernelle, percorrendo la valle del fiume Nestore. Poiché il previsto prolungamento fino a Chiusi (sulla ferrovia Firenze-Roma) non fu mai realizzato, la linea rimase sempre un tronco isolato, e venne dismessa dopo soli 7 anni dalla sua attivazione).
Noi proseguiamo in direzione del casale che troviamo quando raggiungiamo il trivio dove giriamo a destra e percorriamo questa stretta stradina che anche in questo punto attraversa i campi e ci porta all'incrocio sulla strada provinciale SP321 -Strada Provinciale di Pilonico Materno.
Giriamo a sinistra e seguiamo la strada asfaltata oltrepassando il ponte sul Canale Caina (Emissario del Trasimeno) ed entriamo nel piccolo centro di Pilonico Materno. Paese rurale e agricolo, circondato da una pianura rigogliosa e con campi arati che cambiano il colore del marrone della terra a secondo dell'esposizione alla luce del sole. Al primo bivio, dove c'è il palo della luce e lo specchio per il controllo dei veicoli che sopraggiungono, li superiamo e tenendoci a destra andiamo a imboccare la stretta stradina che arriva davanti ad una casa piuttosto fatiscente e qui giriamo a destra e proseguiamo sulla sterrata che arriva ad un bivio con un tratturo e noi qui giriamo a sinistra e proseguiamo ancora su strada bianca nel mezzo della pianura.
Ci dirigiamo adesso, guardando la mappa del nostro navigatore, verso San Biagio della Valle, e avendo la possibilità di scambiare quattro chiacchere con gli amici, non so come mai ci vengono in mente i tempi del terremoto che alcuni anni fa ha lasciato il segno in queste terre bellissime ma che si trovano su un sistema di faglie che anche al minimo movimento provocano danni a persone e cose. Guardandoci in giro però non si direbbe e forse perchè siamo nei centri rurali della regione ma di case veramente danneggiate al momento non ne vediamo o non le abbiamo viste. La stradina bianca attraversa una bellissimo tratto della vasta pianura dove si capisce quanto, qui, si ami ancora così tanto la terra. Campi multicolori di verde e marrone si susseguono mentre procediamo e le case del piccolo paesino si avvicinano sempre più.
Passiamo un vigneto e proseguendo sulla strada di Vocabolo Anticello ritroviamo poi la strada asfaltata dove giriamo a destra e imbocchiamo la strada di Vocabolo Caccia. I nomi delle strade sembrano davvero strani, da queste parti, ma il famoso dizionario Treccani spiega così la parola Vocabolo che da il nome a queste località: (Il nome proprio (o toponimo) di una località o in genere di un ente geografico: perché nascose Questi il vocabol di quella riviera [il fiume Arno] ...? (Dante); è ancora usato, raramente, per introdurre la denominazione di una località di campagna scarsa o priva di abitazioni: un podere in vocabolo Il Vento; una boscaglia presso il fiume in v. Buon Riposo. b. Più specificamente, nome dato talvolta alla minima unità toponomastica (più piccola cioè della frazione).
Cavolo, come siamo diventati eruditi.... questa non la sapevo, e così mi sono messo a cercare sul web il perchè di questi toponimi e la risposta finalmente è arrivata. Comunque dopo questo piccolo divagare si riparte e raggiungiamo il centro cittadino di San Biagio della Valle, entrando nel centro cittadino quando percorriamo via IV Novembre. Ne stavamo parlando poco prima ed eccoli i segni del terremoto, il solitario campanile posto nel centro della piazza (la chiesa ne porta ancora i segni (si vedono i tiranti che sono stati posti a metà altezza e nella parte della torre campanaria), mentre altri edifici, retrostanti, portano ancora i segni della scossa.
Passando e curiosando per alcune viuzze strette, tanto di tempo ne abbiamo a sufficienza e sopratutto non piove, percorro un tratto, insieme a Francesco di via Trento e nella parte più stretta della via una nicchia che si trova sul muro della casa a mattoni, alla mia destra, mi incuriosisce e così proseguo per vedere cosa c'è. Una bellissima effige della Madonna con Bambino è dipinta all'interno di una nicchia ed è in uno stato di conservazione ottimo e quindi mi fermo per forza e prendendo la macchina fotografica faccio qualche scatto che terrò per ricordo personale. Davvero di ottima fattura questo dipinto che mi fa ancor più contento perchè l'ho scoperto per caso.
Riparto ancor più carico, mi fa piacere anche questa piccola scoperta, parlandone anche con Francesco e proseguiamo il nostro viaggio seguendo, adesso, la strada che esce a sinistra del paese, via Matteotti in San Biagio, che dopo una piccola curva diventa un lungo rettilineo ed arriva all'incrocio con la SP344/1 -Strada Provinciale di Pila. Quando si è mountain bike, come nel nostro caso, appena si sentono i primi morsi della fame ci si deve fermare e quando il gruppo è tutto compatto ecco che subito dopo l'incrocio un bar alla nostra destra ci fa fermare perchè per mettere qualcosa sotto i denti adesso è l'orario giusto. Panino, birra e un buon caffè, ecco il nostro lauto pasto e poi qualche attimo di relax ce lo concediamo.
Cavolo, come siamo diventati eruditi.... questa non la sapevo, e così mi sono messo a cercare sul web il perchè di questi toponimi e la risposta finalmente è arrivata. Comunque dopo questo piccolo divagare si riparte e raggiungiamo il centro cittadino di San Biagio della Valle, entrando nel centro cittadino quando percorriamo via IV Novembre. Ne stavamo parlando poco prima ed eccoli i segni del terremoto, il solitario campanile posto nel centro della piazza (la chiesa ne porta ancora i segni (si vedono i tiranti che sono stati posti a metà altezza e nella parte della torre campanaria), mentre altri edifici, retrostanti, portano ancora i segni della scossa.
Passando e curiosando per alcune viuzze strette, tanto di tempo ne abbiamo a sufficienza e sopratutto non piove, percorro un tratto, insieme a Francesco di via Trento e nella parte più stretta della via una nicchia che si trova sul muro della casa a mattoni, alla mia destra, mi incuriosisce e così proseguo per vedere cosa c'è. Una bellissima effige della Madonna con Bambino è dipinta all'interno di una nicchia ed è in uno stato di conservazione ottimo e quindi mi fermo per forza e prendendo la macchina fotografica faccio qualche scatto che terrò per ricordo personale. Davvero di ottima fattura questo dipinto che mi fa ancor più contento perchè l'ho scoperto per caso.
Riparto ancor più carico, mi fa piacere anche questa piccola scoperta, parlandone anche con Francesco e proseguiamo il nostro viaggio seguendo, adesso, la strada che esce a sinistra del paese, via Matteotti in San Biagio, che dopo una piccola curva diventa un lungo rettilineo ed arriva all'incrocio con la SP344/1 -Strada Provinciale di Pila. Quando si è mountain bike, come nel nostro caso, appena si sentono i primi morsi della fame ci si deve fermare e quando il gruppo è tutto compatto ecco che subito dopo l'incrocio un bar alla nostra destra ci fa fermare perchè per mettere qualcosa sotto i denti adesso è l'orario giusto. Panino, birra e un buon caffè, ecco il nostro lauto pasto e poi qualche attimo di relax ce lo concediamo.
Abbiamo percorso, si qui circa 36/37 km e se anche ci godiamo un attimo la comodità di una sedia, anziché quella della sella, non fa male a nessuno. Nel frattempo arriva nello stesso locale una compagnia di biker, tedeschi, loro sono in giro con la guida e con il pulmino che porta i loro bagagli e ci salutano tutti ed anche noi contraccambiamo. Breve discorso con la loro guida, che parla anche italiano, mi chiede dove stiamo andando e rispondo... ad Assisi.
Mi dice che loro sono già passati da quelle parti e che stanno proseguendo verso Todi, ma contano di impiegarci almeno due giorni. Gli faccio un, in bocca al lupo e stringendogli la mano lo saluto. Rimettendomi lo zaino in spalla raggiungo gli amici che nel frattempo sono usciti e si stanno preparando e rimettendo le gomme sulla provinciale giriamo a destra e proseguiamo diritto per 200 m.
Giriamo a destra sulla strada di Vocabolo di Montione ed arriviamo al bivio dove a sinistra c'è il campo di calcio. Ci portiamo quindi a sinistra sulla strada sterrata e quando arriviamo al bivio, della strada che a destra sale verso Villanova, noi proseguiamo invece diritto seguendo il tratturo che attraversa una bella serie di campi, con un continuo saliscendi, e qualche vigneto prima di arrivare ad incrociare, dopo circa 1,5 km, via 2 giugno in Badiola e poco più avanti, a sinistra, la strada Marcello Fila. Dopo aver superato questi due bivi ci teniamo a destra e arriviamo su strada di Sant'Enea.
Giriamo a destra sulla strada di Vocabolo di Montione ed arriviamo al bivio dove a sinistra c'è il campo di calcio. Ci portiamo quindi a sinistra sulla strada sterrata e quando arriviamo al bivio, della strada che a destra sale verso Villanova, noi proseguiamo invece diritto seguendo il tratturo che attraversa una bella serie di campi, con un continuo saliscendi, e qualche vigneto prima di arrivare ad incrociare, dopo circa 1,5 km, via 2 giugno in Badiola e poco più avanti, a sinistra, la strada Marcello Fila. Dopo aver superato questi due bivi ci teniamo a destra e arriviamo su strada di Sant'Enea.
Il fondo del tratturo era diventato una sterrata nei pressi delle case a cui passiamo accanto per diventare asfalto quando le strade si incontrano. La bella stradina che procede per qualche tratto in leggerissima salita passa nel mezzo di una zona di uliveti e vigneti e sul ciglio della strada ogni tanto qualche bell'albero di ciliege non manca. Casualmente questa è la stagione di questo frutto ed allora come si fa non fermarsi e coglierle, tanto sono li...e se non le mangiamo noi .... che passiamo per caso..... Detto fatto, la gola ha la meglio sul percorso ed eccoci fermi a raccogliere questi frutti che sono veramente dolcissimi e sono completamente al naturale o bio, come le chiamano adesso....
Un bellissimo paesaggio ci accompagna e sullo sfondo i monti dell'Umbria ma sotto di loro la campagna e le belle colline. Centri abitati di grosse dimensioni non ce ne sono e solo quando arriviamo a Sant'Enea qualche casa in più la vediamo. Passando nel mezzo delle stradine si arriva ad una curva, in discesa, che gira prima a sinistra e poi con un piccolo tornante a destra, beh... qui fate attenzione perchè la curva è cieca, la strada è stretta e non si vedono eventuali mezzi che salgono per cui rimanere tutto sulla destra non è male.
Dopo questa curva a destra si arriva all'incrocio con la SS317 -Strada Statale Marscianese e giriamo a destra e percorrendone solo 150 m ci teniamo poi a sinistra per imboccare via Case Basse. La stradina, con un tratto in leggera discesa, diventa subito sterrata e fin dall'inizio passa nel mezzo di vigneti e di alcuni poderi dove si trovano tantissimi uliveti. Arriviamo al bivio e giriamo a destra e continuiamo il nostro percorso girando a sinistra al bivio successivo proseguendo sulla Strada Vicinale di Sant'Enea, poi, al bivio successivo (alla nostra sinistra c'è una casa con le pareti di colore rosso) giriamo a sinistra e proseguendo sempre su strada sterrata arriviamo alla curva a sinistra.
Dopo questa curva a destra si arriva all'incrocio con la SS317 -Strada Statale Marscianese e giriamo a destra e percorrendone solo 150 m ci teniamo poi a sinistra per imboccare via Case Basse. La stradina, con un tratto in leggera discesa, diventa subito sterrata e fin dall'inizio passa nel mezzo di vigneti e di alcuni poderi dove si trovano tantissimi uliveti. Arriviamo al bivio e giriamo a destra e continuiamo il nostro percorso girando a sinistra al bivio successivo proseguendo sulla Strada Vicinale di Sant'Enea, poi, al bivio successivo (alla nostra sinistra c'è una casa con le pareti di colore rosso) giriamo a sinistra e proseguendo sempre su strada sterrata arriviamo alla curva a sinistra.
Adesso proseguiamo diritto, sul tratturo, superando il fosso, e proseguiamo sobbalzando sulla sella per via delle buche lasciate dalle gomme dei mezzi che vengono utilizzati per il lavoro nei campi. Arriviamo ad una casa colonica circondata da alberi e ci teniamo a sinistra imboccando la strada del Vocabolo Collina, che attraversa un piccolo gruppo di case, e 200 m dopo all'incrocio con la strada di Vocabolo Vallone giriamo a destra percorrendone, anche in questo caso, solo poche centinaia di metri per girare poi a sinistra su strada degli Olimelli che termina quando raggiungiamo il bivio con via G. Pascoli.
Prima di arrivare al bivio sulla destra si può vedere il piccolo paese di San Nicolò di Celle in cui spicca la bella sagoma del Campanile ottagonale della Chiesa di San Michele Arcangelo. Il fondo stradale adesso è cambiato siamo passati su asfalto, giriamo a destra seguendo la stradina alberata ed alla prima traversa giriamo a sinistra per seguire via Montalcino passando accanto ad un impianto fotovoltaico e scambiando qualche chiacchera con gli amici notiamo il fatto che quest'oggi, o almeno fino a questo momento, siamo rimasti all'asciutto ed anzi un bel sole adesso ci riscalda.
Arrivati al bivio con la strada Ferriere dei Sabbioni giriamo a destra e poi subito a sinistra seguendo questa bella stradina che passando tra alcune casette e a fianco di un'altro impianto fotovoltaico procede sempre nel mezzo della pianura, con campi arati a tabacco e meloni, ed entra nel piccolo centro di Santa Maria Rossa. Quando entriamo, tra le prime case del paese, una bella serie di villette, in una zona resa molto verde dalle tante piante che sono state piantate in ogni giardino, arriviamo ad un incrocio dove alla nostra sinistra c'è l'Edicola della Madonna e giriamo a destra seguendo la stradina, via Ponente, e arriviamo all'incrocio della SP375/1 dove troviamo alla nostra destra la bella Chiesa di Santa Maria Assunta (Sec. XVI).
Brevissima sosta per ricompattare il gruppo e proseguiamo a sinistra percorrendo questo tratto di provinciale, 800 m, per arrivare alla rotonda dove giriamo a destra per immetterci sulla provinciale SP318 -Strada provinciale di Castel del Piano alla periferia di un'altro piccolo centro, quello, di San Martino in Campo. Superiamo il cavalcavia della ferrovia e proseguendo sempre diritto arriviamo ad un grande incrocio dove lasciamo la provinciale per girare a sinistra ed imboccare via Loredana dove utilizziamo, per un breve tratto, la pista ciclopedonale, del Parco Sportivo, arrivando fino al bivio. Giriamo a sinistra su via Emanuela ed andiamo verso il sottopasso uscendo dalla parte opposta su via Marilena.
Prima di arrivare al bivio sulla destra si può vedere il piccolo paese di San Nicolò di Celle in cui spicca la bella sagoma del Campanile ottagonale della Chiesa di San Michele Arcangelo. Il fondo stradale adesso è cambiato siamo passati su asfalto, giriamo a destra seguendo la stradina alberata ed alla prima traversa giriamo a sinistra per seguire via Montalcino passando accanto ad un impianto fotovoltaico e scambiando qualche chiacchera con gli amici notiamo il fatto che quest'oggi, o almeno fino a questo momento, siamo rimasti all'asciutto ed anzi un bel sole adesso ci riscalda.
Arrivati al bivio con la strada Ferriere dei Sabbioni giriamo a destra e poi subito a sinistra seguendo questa bella stradina che passando tra alcune casette e a fianco di un'altro impianto fotovoltaico procede sempre nel mezzo della pianura, con campi arati a tabacco e meloni, ed entra nel piccolo centro di Santa Maria Rossa. Quando entriamo, tra le prime case del paese, una bella serie di villette, in una zona resa molto verde dalle tante piante che sono state piantate in ogni giardino, arriviamo ad un incrocio dove alla nostra sinistra c'è l'Edicola della Madonna e giriamo a destra seguendo la stradina, via Ponente, e arriviamo all'incrocio della SP375/1 dove troviamo alla nostra destra la bella Chiesa di Santa Maria Assunta (Sec. XVI).
Brevissima sosta per ricompattare il gruppo e proseguiamo a sinistra percorrendo questo tratto di provinciale, 800 m, per arrivare alla rotonda dove giriamo a destra per immetterci sulla provinciale SP318 -Strada provinciale di Castel del Piano alla periferia di un'altro piccolo centro, quello, di San Martino in Campo. Superiamo il cavalcavia della ferrovia e proseguendo sempre diritto arriviamo ad un grande incrocio dove lasciamo la provinciale per girare a sinistra ed imboccare via Loredana dove utilizziamo, per un breve tratto, la pista ciclopedonale, del Parco Sportivo, arrivando fino al bivio. Giriamo a sinistra su via Emanuela ed andiamo verso il sottopasso uscendo dalla parte opposta su via Marilena.
Al bivio successivo giriamo a sinistra e poi a destra su via Osteria dei Cipressi che prosegue a destra per arrivare al sottopasso della SS3Bis -Strada Statale Tiberina.
Questo continuo giro tra stradine periferiche ci tiene lontano dal passaggio delle auto e poco ci importa che percorreremo qualche km in più ma l'importante, come sempre cerchiamo di fare nelle nostre escursioni, è rimanere il più possibile lontano dal traffico.
Questo continuo giro tra stradine periferiche ci tiene lontano dal passaggio delle auto e poco ci importa che percorreremo qualche km in più ma l'importante, come sempre cerchiamo di fare nelle nostre escursioni, è rimanere il più possibile lontano dal traffico.
Percorriamo a destra via del Rastello ed arriviamo in località Romano di Sotto e prendiamo a sinistra la strada Romano di Sotto-Teverella e arriviamo nei pressi di un laghetto per la pesca sportiva.
Ci teniamo a destra e proseguiamo sempre sulla stessa stradina che poco dopo diventa sterrata ed attraversando, anche qui, una bella serie di campi arati arriviamo all'incrocio con la SP403 -Strada Provinciale di Bevagna.
Girando a sinistra oltrepassiamo il ponte sul fiume Tevere e dopo 400 m giriamo a sinistra su una stradina sterrata che compiendo un ampio giro, con qualche piccola salita, ci permette di evitare il passaggio sulla statale.
Ad ogni bivio che incrociamo ci teniamo sempre a destra e solo quando arriviamo a quello di Strada Olmone giriamo a sinistra e proseguiamo nel mezzo dei vigneti ed arriviamo al bivio con via Perugia. Siamo alle porte di Torgiano e tra poco termineremo il nostro viaggio ma prima ci aspetta ancora un breve tratto, in leggerissima salita, che ci porta nella periferia della parte nuova del paese. Arriviamo quindi all'incrocio con la SP403 e girando a destra risaliamo verso il centro cittadino passando accanto al bel campanile della Chiesa di San Bartolomeo che si erige ancora su un tratto nei pressi delle vecchie mura e poi il corso principale del centro storico via Vittorio Emanuele.
Siamo arrivati anche quest'oggi al termine della nostra tappa e non ci resta altro che andare in direzione dell'albergo dove sistemeremo le nostre mtb per prepararle per l'ultima tappa che ci aspetta domani.
Girando a sinistra oltrepassiamo il ponte sul fiume Tevere e dopo 400 m giriamo a sinistra su una stradina sterrata che compiendo un ampio giro, con qualche piccola salita, ci permette di evitare il passaggio sulla statale.
Ad ogni bivio che incrociamo ci teniamo sempre a destra e solo quando arriviamo a quello di Strada Olmone giriamo a sinistra e proseguiamo nel mezzo dei vigneti ed arriviamo al bivio con via Perugia. Siamo alle porte di Torgiano e tra poco termineremo il nostro viaggio ma prima ci aspetta ancora un breve tratto, in leggerissima salita, che ci porta nella periferia della parte nuova del paese. Arriviamo quindi all'incrocio con la SP403 e girando a destra risaliamo verso il centro cittadino passando accanto al bel campanile della Chiesa di San Bartolomeo che si erige ancora su un tratto nei pressi delle vecchie mura e poi il corso principale del centro storico via Vittorio Emanuele.
Siamo arrivati anche quest'oggi al termine della nostra tappa e non ci resta altro che andare in direzione dell'albergo dove sistemeremo le nostre mtb per prepararle per l'ultima tappa che ci aspetta domani.
Ne hanno assolutamente bisogno ed oggi, con il primo giorno senza pioggia, avremo la possibilità di verificare meglio le condizioni in cui sono arrivate in questa parte del viaggio. Grandissima accoglienza all'Hotel SIRO, con offerta di acqua e succhi di frutta a tutti prima della consegna delle chiavi delle camere. Saliamo in camera e non ci sembra vero non avere qualcosa da far asciugare e perciò dedichiamo il nostro tempo prima ad una rilassante doccia e poi, per chi vuole, una visita al paese a piedi per cercare qualche angolo che ci è sfuggito nel nostro passaggio precedente, in attesa che arrivi l'ora di cena.
Stasera nel bel ristorante una cena a base di menù di specialità locali, ovviamente accompagnato da qualche bottiglia di buon Rosso Torgiano Doc e di Torgiano Bianco ma non può mancare nemmeno il dolce e poi un ottimo caffè prima di andare a nanna e riposarci perchè domani mattina si riparte.
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