Livorno Valdelsa in mtb - Tappa - 02 - Pontedera - Empoli



20/05/2019 - Pontedera - Empoli
Album fotografico
Distance: 47  km - 679 m Ascent

Giornata caratterizzata dal primo mattino con tempo molto ma molto incerto che fa presagire un temporale da un momento all'altro. Sarà un percorso completamente diverso da quello che avevamo in programma di fare perché alcune direzioni, anche se da noi percorse, arrivavano in punti dove era poi impossibile proseguire (sbarre o cartelli di divieto), vuoi per via del fango o semplicemente perché il sentiero terminava nel nulla. Abbiamo però la fortuna di passare per strade, asfaltate, dove il traffico è davvero scarso o inesistente e raggiungiamo dei piccoli borghi dove le persone che vi abitano si possono contare sulle dita di due mani. Terreni molto umidi e tanto fango con diverse inversioni di rotta anche dopo aver pedalato qualche ora su delle bellissime strade bianche che i navigatori segnalavano percorribili ma che si perdevano poi nel mezzo di grandi prati. La passione però è passione e nonostante tutto e con qualche sintomo di stanchezza abbiamo ripreso la nostra strada per arrivare alla meta di Empoli.



E' il secondo giorno di questo itinerario e questa notte, come al solito, ha piovuto a dirotto ed anche  di prima mattina qualche goccia d'acqua scappava. Facciamo una bella colazione presso l'albergo il Falchetto, dove abbiamo passato una tranquilla nottata, a base di caffè latte, tartine, cornetti e dopo aver recuperato nell'apposito locale, messoci a disposizione, le nostre mountain bike iniziamo i preparativi per la partenza. Siamo su via della Misericordia e davanti a noi, oltre il parcheggio, la Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo (Sec. XIX - I campanili, fatti saltare in aria durante la seconda guerra mondiale, furono successivamente sostituiti da uno svettante campanile in cemento armato).
Sistemate borse, controllate le pressioni dei pneumatici e saliti in sella partiamo. Percorriamo a sinistra via della Misericordia seguendo il senso unico e arriviamo all'incrocio con via Alessandro Manzoni dove giriamo a sinistra e ci portiamo all'incrocio con viale della Repubblica e quindi via Risorgimento ed arriviamo al sottopasso della linea ferroviaria che superiamo e ci portiamo subito a sinistra entrando nel piccolo vialetto che in leggera salita entra nel Parco Montagnola. Arriviamo nei pressi dell'argine del fiume Era e ci teniamo a sinistra per proseguire sul tratto ciclo pedonale superando un'altra volta la linea ferroviaria ed arriviamo all'incrocio con via G. Matteotti.
Giriamo a destra e arriviamo all'incrocio e lo attraversiamo andando a percorrere viale Italia. Giunti alla rotonda giriamo a destra e imbocchiamo prima via C. Colombo e successivamente tenendoci a sinistra via E. De Nicola. La strada non è eccessivamente trafficata e ci porta al sottopasso della  SR439  (Strada statale Sarzanese-Valdera) terminando all''ingresso del parcheggio dove c'è il Lago Braccini (lago artificiale della vecchia fornace Braccini), utilizzato per una delle ultime discipline sportive il Cable Wakeboard (Sport acquatico da tavola che nasce dalla fusione tra lo sci nautico e lo snowboard).
La stradina sterrata passa accanto alla sponda e secondo il tracciato, caricato sul GPS, dovremmo proseguire sempre diritto ma il sentiero è sparito nel verde e siamo quindi costretti a fermarci per controllare quale strada alternativa seguire. Visualizziamo alcuni tratti sterrati che partono più a monte e quindi andiamo a sinistra seguendo il bel sentiero che segue ancora le sponde dei laghi e arriviamo su via delle Prunacce. Giriamo a sinistra e percorriamo un breve tratto di strada asfaltata e poi ci teniamo a sinistra per andare ad imboccare la sterrata che con un'ampia deviazione ci porta all'incrocio con via Montecastello.
La attraversiamo e risaliamo la piccola collinetta dell'argine di un tratto del Canale scolmatore dell'Arno e passato il piccolo ponticello seguiamo il single trail che arriva e rimane a ridosso del boschetto deviando poi a sinistra in direzione della piccola frazione La Rotta. Quando il sentiero termina arriviamo in via San Martino di Sotto e con una leggera salita andiamo ad imboccare a destra via E. Capecchi. Arrivati al primo incrocio giriamo a destra cosi come al successivo andando su via di San Gervasio superando il sottopasso della FI-PI-LI.
La leggera salita successiva ci porta davanti al piccolo Camposanto. Anche in questo punto la nostra traccia GPS ci segnala che oltre il camposanto dobbiamo girare a sinistra per seguire la sterrata di via delle Capannucce. Giriamo ed in discesa scendiamo nella valletta sottostante poi  il sentiero sparisce. Noi per un tratto seguiamo le indicazioni del GPS ma ad un certo punto entriamo in una zona molto paludosa e con un terreno molliccio che ci sconsiglia di proseguire in questa direzione.
Nonostante Rossano e Luigi, in direzioni diverse, cerchino nel mezzo della boscaglia i sentieri trovano solamente un parziale tratto di single trail che si perde però nel mezzo del bosco e così decidiamo di ritornare indietro e raggiungere nuovamente il piazzale del camposanto per poi decidere la direzione da prendere senza stravolgere completamente il tracciato. Con i mezzi a disposizione, GPS, Cellulari e programmi vediamo che seguendo la strada Comunale di Palaia-La Rotta arriveremo comunque a intersecare la nostra traccia originale. Breve consulto e controllo del tracciato e poi si parte.
La strada è asfaltata ma non c'è segno di traffico, nonostante faccia parte dell'Itinerario della "Strada del Vino delle Colline Pisane" e scorre tra vigneti e boschi in una parte del territorio coperta da macchia mediterranea a cui si associano tratti di vigneti e delle colline coltivate a olio. Nel frattempo il cielo è un continuo passaggio di nuvoloni che non promettono nulla di buono ma per il momento non piove. Proseguiamo sempre in leggerissima salita e andiamo a percorrere una serie di curve e in questo tratto incrociamo anche diversi ciclisti, con bici da strada, che provengono dalla direzione opposta alla nostra.
L'andatura abbastanza regolare del gruppo ci consente di scambiarci qualche battuta che non fa mai male anche se quasi sempre rimaniamo in fila indiana per non dar fastidio ai pochi mezzi che nel frattempo ci sorpassano. L'umidità nel mezzo dei boschi è alta e non fa nemmeno troppo caldo nonostante siamo oltre la metà del mese di maggio.  Arriviamo nel piccolo borgo di San Gervasio, poche case davvero, e proseguiamo senza nessun intoppo in direzione di Colleoli. Quando arriviamo qualcuno ha visto il cartello del "Circolo Arci" associando tutto questo alla possibilità di poter bere un buon caffè per poi proseguire con più lena nel proseguo del percorso. Lasciamo così la strada e ci inoltriamo nella stradina che porta nella piazzetta San Bartolomeo, dove ci sono dei tavoli e alcune sedie. Troviamo anche una persona a cui Luigi chiede se è possibile bere un buon caffè…. La risposta è rassicurante… certo, li davanti c'è il Circolo…. Ci giriamo e con nostro stupore vediamo la porta chiusa….. Rimaniamo un po' basiti e girandoci verso questa persona chiediamo se è giorno di chiusura…. Ma con fare da prendere per i fondelli ci informa che non è giorno di chiusura ma il Circolo apre alle 20:00… Gentilmente lo mandiamo a quel paese e ce ne andiamo senza salutare perché va bene essere presi in giro ma a tutto c'è un limite….
Riportatici sulla strada principale prima di ripartire controlliamo i nostri GPS per vedere se da dove ci troviamo sarà possibile ritornare in traccia…. Sembra semplicissimo, il GPS segnala che la sterrata che parte alla nostra sinistra in discesa dopo un bel tratto in discesa risalendo dalla parte opposta della collina ci riporta proprio sul sentiero che in origine è stato tracciato. Siamo ovviamente contenti di poter lasciare la strada asfaltata, siamo biker, e così ci dirigiamo in discesa verso la valletta sottostante dove scorre un torrente. Poco dopo arriviamo nel mezzo della valle e seguendo la traccia più ovvia, tenendoci a sinistra al bivio, iniziamo la leggera risalita, dopo aver superato il piccolo ponte sul torrente, ed una volta girati a sinistra non percorriamo più di 150/200 m e ci troviamo una grande sbarra con un bel cartello davanti: "Proprietà Privata Vietato l'Accesso".
Per non avere nessun tipo di problema, ma sopra tutto non conoscendo il territorio, decidiamo di ritornare indietro e provare dalla parte opposta proseguendo, una volta raggiunto il bivio, a destra. Questa volta ci vado io a controllare il sentiero ma, dopo la curva a destra, il fondo diventa molle e sulle gomme della mia mtb già si è formato un bello strato di palta che non lascia presagire nulla di buono. Ritorno indietro e informo gli amici, anche se è abbastanza evidente, da quello che riporto sulle gomme. che da li non è possibile passare.
Certo, la voglia di fare sterrate e sentieri è sempre tanta, chi come noi che da tanti anni è in sella alle mtb lo sa, ma noi siamo qui per seguire un percorso che una volta tracciato permetterà a chiunque di poterlo seguire in tutta sicurezza e senza problemi perché se questi sentieri son così inzuppati non in tutti i periodi dell'anno sono percorribili e quindi per segnare un tracciato che sia valido sono assolutamente da evitare.
Ci piange il cuore ma dobbiamo ritornare sui nostri passi e sulla strada asfaltata ma adesso ci toccherà impegnarci nella risalita fino a Colleoli con un bel tratto sterrato dove le pendenze superano il 10%. Il peso dello zaino, che ci portiamo in spalla, non ci permette di alzarci sui pedali però ci fa comodo quando ci sono tratti in cui il terreno è un poco più bagnato perché c'è più grip sulle gomme e non scivolano.
Riprendiamo la strada asfaltata e superiamo alcuni poderi su una strada che attraversa colline piene di uliveti. Arriviamo nel territorio comunale di Palaia e superato il cimitero dopo alcune curve alla nostra sinistra la bellissima Pieve di San Martino (Sec. XIII - L'edificio, in cotto, è decorato da archetti pensili). Bellissima Chiesa ma, purtroppo, con le porte chiuse e quindi impossibile visitarne l'interno, dove, leggendo sul web, al suo interno si trova un fonte battesimale in pietra che faceva parte di un'antica Chiesa di Santa Maria di Repezzano che è andata distrutta nella metà del Seicento.
Proseguiamo e arriviamo al bivio, dove giriamo a sinistra su via San Martino ed arriviamo al bivio con la  SP36 -Strada Provinciale Palainese. Incredibilmente troviamo la strada bagnatissima ed in questo tratto sembra aver piovuto da poco. Percorriamo i tornanti, in discesa, facendo sempre molta attenzione per via del fondo viscido e arrivati nella valle sulla strada semi pianeggiante percorriamo  circa 1000 m di rettilineo per girare poi a destra allo spiazzo seguendo il Cartello che ci indica Eremo e Chiesa di San Martino. (Sec. XIII - che fu completamente abbattuta e ricostruita dopo aver abbassato la collina di oltre 7 m, andando successivamente in rovina è stata restaurata interamente da Frate Daniele).
Salita abbastanza regolare nel primo tratto, poi arriva la parte più impegnativa quando ci sono i tornanti ma dopo l'ultimo la pendenza si abbassa e arriviamo ad imboccare il vialetto che ci porta all'interno del cortile davanti alla chiesa che è aperta e così entriamo per vederne l'interno che risulta abbastanza spoglio, ma dove il silenzio e il canto degli uccelli fanno di questo posto un luogo dove fermarsi qualche minuto in più. Oltre a scattare qualche bella fotografia ci portiamo anche sul retro dove si gode di un paesaggio davvero unico, mentre sulla parte sinistra troviamo il chiostro. 
Davanti a noi, guardando la valle e i paesi sottostanti, ci sono grossi nuvoloni neri però la voglia di rimanere ancora qualche minuto in questo posto così tranquillo è più forte ed allora ci permettiamo un attimo di pausa mangiando qualche barretta. Quando un nuvolone grigio passa sopra di noi però ci guardiamo in faccia e inforchiamo le nostre mountain bike ed iniziamo adesso la discesa su strada sempre sterrata lasciando le poche case della località Agliati dirigendoci verso la località Fornace. Raggiunto il bivio ci teniamo a destra e proseguiamo sempre in discesa verso Vallicelle  ed arriviamo sul ponte che attraversa il torrente Chiecina.
Siamo al confine tra i comuni di Palaia e San Miniato e secondo il nostro navigatore, adesso che siamo rientrati in traccia, dovremmo girare a destra e seguire la bella sterrata che parte a destra. 
Lo facciamo e per un lungo tratto seguiamo le sponde del torrente poi arrivati, dopo circa 1000 m ad attraversare sul ponte in legno il corso d'acqua ci accorgiamo che il sentiero che ci segnala il nostro GPS è praticamente impercorribile a causa dell'erba alta che ha lasciato solo un piccolo segnale dove una volta, forse, passava. Seguendo il nostro GPS ci addentriamo ancor più nella valle ma purtroppo la sterrata e il sentiero ad un certo punto terminano e siamo quindi costretti a tornare indietro.
Prima però dobbiamo fare il punto sulla situazione e così ci fermiamo un attimo per decidere il da farsi. Abbiamo altre opportunità di seguire un percorso alternativo ma dobbiamo però valutare se sarà possibile farlo. Secondo le mappe a nostra disposizione se ritorniamo al ponte subito dopo c'è sulla sinistra un'altra strada bianca  che potremmo seguire e quindi ripartiamo. Ripercorriamo in senso opposto la sterrata e raggiunto il ponte lo attraversiamo e ci portiamo sulla   SP39 -Strada Provinciale San Miniato-San Lorenzo dove giriamo a destra.
Dopo 200 m vediamo alla nostra destra una bella strada bianca che entra a destra nel mezzo di un bel viale di cipressi, peccato che ci siano dei cancelli e che sia una strada privata. Dobbiamo saltare anche questa e procediamo quindi ancora diritto. La strada in questo punto è davvero trafficata. Sono i rumori dei camion autoarticolati che ci mettono in apprensione, ma fortunatamente una volta passati un paio di questi mezzi tutto il resto dei veicoli che ci sorpassano sono auto. Superiamo il "Crossodromo Santa Barbara" e dopo che la strada devia a sinistra arriviamo in discesa in località La Serra. Siamo anche fortunati perché troviamo aperto il "Bar Vando" dove ci fermiamo per mangiare almeno un panino. Scegliamo delle focacce toscane con sugo di pomodoro e prosciutto accompagnate da due belle bottiglie di birra e forse la fame o la voglia di mettere qualcosa sotto i denti le divoriamo. Dopo un buon caffè e un colloquio con alcuni avventori che nel frattempo si sono portati all'esterno per guardare le nostre mtb ripartiamo e adesso la nostra meta è San Miniato
Percorriamo a questo punto un lungo tratto, 4 km, di statale passando dalla piccola località Le Tombe  e arrivati al bivio, dove la statale gira a sinistra, noi proseguiamo invece diritto seguendo il rettilineo di via Gargozzi. Percorriamo il lungo rettilineo della stradina e non appena passiamo davanti ad una casa sentiamo voci che ci indicano che stiamo percorrendo la strada dove la salita per il centro cittadino di San Miniato è davvero la più dura. Siamo però arrivati fin qui e non abbiamo nessuna voglia di ritornare indietro un'altra volta e così ringraziandoli per l'avvertimento proseguiamo. (Pensieri del momento... Cavolo ne avevamo bisogno perché quest'oggi di salite ne abbiamo fatte sin qui davvero poche,.... forse
Raggiunto l'incrocio giriamo a sinistra su via Fornace vecchia e la strada inizia quasi subito a salire con un bel rettilineo e poi curva a destra e qui già ci dobbiamo impegnare a fondo perché le pendenze sono oltre il 12%. Dopo la curva la strada ci fa respirare un poco e arrivati alla successiva, a sinistra, si impenna nuovamente e sarà così fino a quando non arriviamo all'incrocio con la  SP39 . Giriamo a destra e andiamo a percorrere via Roma che attraversa le case e come primo angolo di questa splendida cittadina incontriamo la Chiesa della Santissima Annunziata  (Sec. XVI) e poco più avanti Palazzo Grifoni ora Sede della Fondazione della Cassa di Risparmio di San Miniato.
Risaliamo per la strada che devia a destra ed incontriamo i Loggiati di San Domenico che sono il Chiostro della Chiesa di San Domenico (Sec. XIV) e più avanti seguendo via A. Conti arriviamo in piazza della Repubblica dove troviamo il grande Seminario Vescovile (Sec. XVII) e per ultimo la grande scalinata che risale verso la Chiesa del Santissimo Crocifisso (Sec. XVIII- che custodisce all'interno un Crocefisso Ligneo del XIII Sec. Ritenuto miracoloso). Vorremmo salire ma le scale dopo la prima rampa sono chiuse per lavori di restauro. Proseguiamo con la strada che esce dal paese e ci apprestiamo ad iniziare la discesa quando ci accorgiamo che dal gruppo manca Luigi.
Torniamo indietro e lo vediamo trafficare vicino alla ruota anteriore. Ha bucato, incredibilmente su un tratto asfaltato e fortuna vuole che non avevamo già preso la forte velocità che in discesa, quando è possibile, facciamo… sarebbe stato molto peggio e con qualche altro problema. Ci mettiamo ad aiutarlo e in pochi minuti con spray e bombolette riusciamo a riparare il danno però nel frattempo si è alzato un bel vento che non porta nulla di buono perché le nuvole, nere, che erano lontane, sulla pianura, stanno procedendo velocemente verso di noi.
Ritorniamo indietro ed iniziamo la discesa ed arrivati su via dei Mangiadori superiamo la Statua di Leopoldo II ci teniamo a destra ed iniziamo la discesa sulla  SP40  che arriva alla località La Scala. All'incrocio giriamo a destra e ci immettiamo sulla strada statale   SS67   ed iniziamo il lungo rettilineo che passa per Palazzo Torto. Ci fermiamo, poi, al distributore perché le nostre mountain bike hanno davvero bisogno di una lavata essendo quasi diventate irriconoscibili, dopo il tanto fango di ieri e quello di questa mattina. Facciamo una cosa veloce perché il meteo è in rapido cambiamento e proseguendo sempre diritto attraversiamo il fiume Elsa entrando a Ponte d'Elsa. Siamo quasi arrivati a Empoli, mancano pochissimi km e non ci resta che aumentare un poco la nostra andatura se vogliamo arrivare in albergo ancora asciutti.
Entriamo nella cittadina superando alla rotonda il centro commerciale e tenendoci a sinistra arriviamo a passare le rotonde successive per tenerci a destra, alla seconda ed entrando nella cittadina dove, forse per l'orario, è davvero molto intenso. Lasciamo la statale quando proseguiamo diritto su via della Repubblica e poi giriamo a destra su via San Rocco.  Al bivio ci teniamo a sinistra e percorriamo via Benvenuto Cellini girando poi, in fondo, a destra su via Arnolfo di Cambio. Il senso unico ci fa girare poi per forza su via G. Verdi e quindi a sinistra per arrivare nei pressi della stazione ferroviaria ed all'albergo dove passeremo la notte.
Ce l'abbiamo fatta senza prendere un goccio d'acqua ma facciamo in fretta a sistemare i nostri mezzi perché adesso qualche goccia di pioggia sta scappando per davvero, ma oramai siamo a tetto e quindi non ci importa più di tanto. Tanta fatica oggi, mentale per cercare percorsi alternativi a quello disegnato a suo tempo a tavolino e fisica per le continue salite e discese che ci sono sul tracciato, ma soddisfatti perché anche quella odierna è stata davvero un'avventura.


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