Pedalando sulla linea di confine in MTB


22/04/2015 - Pedalando sulla linea di confine in MTB
Album fotografico
Distance: 51 km - 1.427 m Ascent - 1.512 m Descent



Giornata primaverile con le giuste temperature che, fresche al mattino, sono man mano salite facendoci gustare sotto un bellissimo sole quest'altra bella escursione. Oggi c'è Manuela che pedala con noi ed insieme agli altri sei amici partiamo per questo lungo itinerario che attraversa una bella parte di territorio tra Varese e Como che è proprio a ridosso della linea di confine con la Svizzera. Non è un percorso da prendere con le molli perchè anche il fattore lunghezza potrebbe dire la sua alla fine e quindi il consiglio per tutti è quello di arrivare preparati ed affrontarlo, si con decisione, ma fermarsi ogni tanto e gustare il paesaggio certe volte fa bene anche alla vista e qui di tratti belli tra piccole vallate e piccole frazioni che sembrano fuori dal tempo ce ne sono.


Partiamo alle 10 in punto dalla stazione ferroviaria di Varese Nord, dopo aver fagocitato una “seconda colazione” al bar; nonostante la consapevolezza che l’itinerario odierno (seppur non particolarmente lungo) ci impegnerà per parecchie ore, lasciamo pigramente il centro città dirigendoci verso la Valle Olona, pregustando le innumerevoli sensazioni che assaporeremo durante questa suggestiva cavalcata tra Varese e Como, a ridosso della linea di confine con la vicina Svizzeranella fascia di territorio nota anche come Insubria; Un bell’itinerario, da percorrere con la giusta lentezza!

Attraversato Corso Belforte, dopo una breve discesa che termina in corrispondenza del ponte sull'Olona, affrontiamo, in salita, via Brennero (“Nomen Omen” viene da dire… è solo un km asfaltato ma la pendenza aumenta progressivamente); al culmine dell’ascesa, in corrispondenza delle prime case di San Fermo (dove, accalorati dallo sforzo, anche i più freddolosi del gruppo si tolgono gli indumenti non indispensabili) deviando a destra in via Vetta d’Italia (…arridaje!) scolliniamo, scendendo per circa 400 m e, subito dopo un ponticello, svoltiamo a destra imboccando una sterrata che si addentra in una pittoresca zona agreste.

Lungo un divertente sentiero nel bosco ci conduce a Cascina Mentasti, apprezziamo i gradevoli profumi della resina e i colori brillanti della vegetazione tipici della primavera inoltrata; ritrovato l’asfalto, scendiamo con due tornanti sino ad una grande rotatoria al centro di una zona industriale. Svoltiamo a sinistra e, subito dopo il torrente Bevera, imbocchiamo, ancora a sinistra, la carrabile della Valle della Bevera, solitaria e poco urbanizzata, che con un tratto off-road di circa 3 km (alcuni tratti sono impegnativi) in un paesaggio agricolo-forestale, ci riporta a sbucare sull'asfalto in prossimità del cimitero di di Velmaio ,una piccola frazione di Arcisate.


Superiamo, svoltando a destra, la Cappelletta a ridosso del cimitero ed attraversiamo il piccolo nucleo abitato per ridiscendere sul Bevera; al termine, della discesa, giriamo a sinistra su una sterrata che si snoda parallela al torrente in un incantevole paesaggio agricolo, alternando boschi a prati, lungo un falsopiano di circa 3 km, che termina a Bevera, in località Cattafame; attraversiamo un tunnel nel nulla del “costruendo” e discusso tratto italiano della ferrovia Mendrisio–Varese, tristemente nota anche come “Arcisate–Stabio” (avrebbe dovuto essere terminato nel 2013, poi nel 2015 per l’EXPO, ma….); attualmente, mentre il tratto svizzero è in funzione da fine 2014, i lavori nel tratto italiano sono sospesi; infatti, nell'unico punto nel quale abbiamo attraversato il tracciato, il cantiere era completamente deserto, senza recinzioni, con manufatti e infrastrutture lasciati sul terreno, come se fosse stato frettolosamente abbandonato nell'imminenza di un evento catastrofico). Quando (e se) sarà completato, collegherà Malpensa a Lugano.


Attraversata la  SP3  raggiungiamo Cantello (centro noto per la produzione dell' asparago Bianco – ogni anno a Maggio si organizza una fiera con degustazione), dove ammiriamo la meravigliosa Chiesa romanica di S. Maria in Campagna (XI sec.), col suo bel campanile quadrato, sull’angolo del cimitero. Attraversiamo il paese e scendiamo verso il Rio Lanza superando, subito prima del pittoresco Mulino del Trotto, la ferrovia della Valmorea, per risalire verso Cagno; siamo ormai in provincia di Como, nel territorio del Parco del LanzaLungo la salita verso il paese, subito dopo la grande centrale elettrica, lasciamo l’asfalto per imboccare, a sinistra, il sentiero nel bosco, che ci porta alla bella ciclabile sterrata che costeggia il tracciato della "Vecchia ferrovia della Valmorea" (ripristinata alcuni anni fa), che oggi collega Malnate Olona con Mendrisio con un trenino turistico trainato da una vecchia locomotiva a vapore. 


Seguiamo (verso nord) il tracciato della ferrovia e del Rio Lanza, nella rilassante tranquillità di un ambiente quasi totalmente isolato dai centri abitati o da insediamenti industriali, sino a S. Margherita di Stabio, dove i binari sono sbarrati dal cancello doganale che segna il confine con la Confederazione Elvetica. Imbocchiamo, alla nostra destra, la strada asfaltata in ripida salita che porta al centro sportivo di Bizzarone, raggiunto il quale deviamo a sinistra entrando nei boschi e raggiungendo il paese attraverso il sentiero confinale. Stiamo pedalando su alcuni tratti del circuito permanente (molto ben segnalato) della G.F. dei Longobardi, notissima ai bikers.

Scendiamo verso la  SP23 , che attraversiamo per imboccare, a spinta, un sentiero in ripida salita nel bosco; siamo a circa metà del nostro itinerario, la giornata è particolarmente calda e la fatica su questo tratto attenua le sensazioni; Attraverso boschi, ci dirigiamo verso la Val Mulini, passando accanto al Santuario di S. Giuseppe a Somazzo frazione del comune di Uggiate Trevano, un apprezzabile esempio di linearità delle forme e semplicità architettonica. Transitando nei bei boschi sopra Ronago abbiamo la possibilità di intravedere, sul versante opposto della Val Mulini, le nostre prossime mete, Drezzo e Parè. Scendiamo a Ronago, lo attraversiamo e, passando accanto al campo sportivo, risaliamo (spingendo in alcuni tratti) una mulattiera lungo il torrente Faloppia, raggiungendo il cimitero di Drezzo.


Percorrendo un breve tratto della  SP18 , deviamo a sinistra in salita asfaltata verso Parè, lo attraversiamo scendendo sulla  SP17 , che percorriamo sino a poco dopo la rotonda del cimitero, dove svoltiamo a destra in un viale alberato (trascurando i cartelli “strada privata”) con un tornante in salita. Dopo un nucleo abitato, costeggiando su asfalto un tratto del torrente Seveso, raggiungiamo la rotatoria di Cavallasca di fronte alla Chiesa di S. Michele Arcangelo; saliamo percorrendo via Monte Sasso, entrando nel "Parco della Spina Verde". E’ l’ascesa finale, che prima su asfalto e poi, dal bivio tra il  Sentiero n.  7  e il  Sentiero n.  2 , dove si attraversa il torrente Seveso, sui tornanti di una piacevole sterrata, s’inerpica tra i boschi del versante ovest del Monte Sasso

Alla nostra sinistra s’intravede, di tanto in tanto tra gli alberi, la recinzione confinale soprannominata “Ramina”; in quest’area sono numerosi i resti di fortificazioni militari della Linea Cadorna, sistema difensivo risalente alla 1^ guerra mondiale (che si estendeva da Piemonte alle valli Bergamasche), edificato a ridosso del confine per contrastare l’eventualità, mai verificatasi, di un’invasione dell’esercito nemico attraverso la Svizzera. Molti dei tracciati percorribili oggi all’interno del Parco sono ex strade militari, realizzate in quel contesto progettuale.
Poco dopo il culmine della salita, sempre continuando sul  Sentiero n 2 , aggiriamo, tenendola sulla nostra sinistra, una bella casa in pietra con recinzione.


Percorrendo la  sterrata per il Fortino  e la pista tagliafuoco, arriviamo sull'asfalto in prossimità di Cascina Viola. Giriamo a destra in via Cardano verso S. Fermo della Battaglia; l’ultimo atto è già iniziato: un’appagante picchiata di 6 km, su Como, lungo la tortuosa e stretta vecchia strada di S. Fermo che, oltre a favorire consistenti scariche di adrenalina, costituisce un valido test sia per il “pelo” e l’abilità dei bikers che per gli impianti frenanti dei loro mezzi. Arriviamo alla stazione di Como S.G. alle 18:00, stanchi ma soddisfatti di questo nuovo “Pier-corso”, piuttosto esigente in termini di energie (c’è da spingere in diversi punti, ma per brevi tratti), ma che ricorderemo a lungo per la straordinaria varietà di incantevoli scorci incontrati sul percorso, alcuni dei quali ricordano panorami del Trentino e dell’Umbria. Un percorso che non dimenticheremo! 

Probabilmente, invece, Manuela ricorderà questa escursione per lo spavento (fortunatamente senza conseguenze) provato nei boschi sopra Ronago, dove una grossa biscia le ha fatto compagnia per alcuni metri, intrappolata tra i raggi della sua ruota posteriore, per poi allontanarsi stordita dagli effetti della forza centrifuga.


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