In giro per boschi in MTB


12/02/2020 - In giro per boschi in MTB
Album fotografico
Distance: 46 km - 680 m Ascent -767 m Descent


Un'altro mercoledì passato in ottima compagnia su un bel tracciato, abbastanza impegnativo, ma che ci ha fatto davvero divertire. Giornata stupenda, terreni in ottime condizioni, temperature fin troppo calde per essere quasi a metà febbraio, un mix di situazioni che hanno reso, quest'ultima avventura, una di quelle di cui ci ricorderemo sempre. Vuoi un pò per le salite, in cui abbiamo anche dovuto fare del portage, ma sono soprattutto le discese quelle in cui ci siamo buttati anche se non ne conoscevamo il tracciato. Giornata quindi intensa ma con sensazioni bellissime. Un grazie al Gianfra che si è unito al nostro consolidato gruppetto.


Usciamo dal piccolo piazzale della stazione di Albate-Camerlata e tenendoci a destra andiamo a percorrere via Scalabrini e raggiunta la rotonda giriamo a destra per andare su via del Lavoro dove superiamo il ponte sulla ferrovia e raggiungiamo l'altra rotonda. Proseguendo sempre diritto superiamo lo spartitraffico e arrivati all'altra rotonda giriamo a destra ed alla più piccola, successiva, giriamo a sinistra ed iniziamo una leggerissima salita su via G. Corti. Giriamo a destra alla prima traversa su via G. Medici e proseguendo diritto andiamo a percorrere il rettilineo e con il tornante successivo risaliamo ancora di qualche metro di dislivello per arrivare all'incrocio con via Acquanera. Giriamo a sinistra e andiamo a percorrere un'altro rettilineo che ci fa raggiungere una piccola rotonda dove ci teniamo a sinistra e giriamo poi subito a destra seguendo via Canturina.

Alla prima traversa giriamo a destra ed in discesa, su via Monticelli raggiungiamo l'incrocio con via Sant'Antonino dove giriamo a sinistra ed entriamo nel centro cittadino di Albate. La percorriamo tutta ed arrivati all'incrocio con via alla Zocca giriamo a destra e poi subito a sinistra per attraversare piazza IV Novembre e proseguiamo diritto su via G. Della Porta. In leggerissima salita arriviamo ad un bivio dove girando a sinistra ci immettiamo in Valbasca. sul  Sentiero N. 6  all'interno del Parco Regionale della Spina Verde andando poco dopo a superare le strutture della ex polveriera (Storicamente la collocazione della polveriera in Valbasca seguì ad una decisione strategica: in caso di un’eventuale deflagrazione, qualsiasi ne fosse la causa, questa sarebbe rimasta contenuta nell’area grazie alla morfologia della valle che con le sue pareti avrebbe limitato i danni ai vicini conglomerati urbani) e proseguiamo diritto su una bellissima sterrata che poco dopo passando a fianco alla Roggia Segrada (Dalla vicina Lipomo nasce la roggia, che una volta percorsa la Valbasca, attraversa il paese per poi giungere nei pressi dell'Oasi del Bassone (Torbiere di Albate) (WWF)) e si immette nel bosco.

Ne seguiamo il corso fino a raggiungere il ponticello che la attraversa anche se noi utilizziamo il guado per passare sulla sponda opposta essendo, in questo periodo, a secco. Al bivio ci teniamo a destra ed iniziamo la prima salita, impegnativa, della giornata su un sentiero che risulta ricoperto da foglie e dove sassi, rami abbattuti dal vento dei giorni precedenti e una certa pendenza rendono questo inizio davvero faticoso. Poco prima di aver raggiunto la prima parte della salita siamo costretti a scendere di sella ed a spingere, le nostre e-bike, perchè la pendenza supera il 15%.. Un poco di fatica ci sta e seguendo le indicazioni del nostro navigatore giriamo la nostra bile verso destra e dopo essere risaliti in sella percorriamo solamente qualche centinaio di metri per poi riscendere di sella per via di un passaggio molto difficile. In questi frangenti il navigatore è, si, di aiuto, però serve solamente se si tiene una certa velocità minima, altrimenti il proseguire troppo lenti fa si che il suo movimento sia quasi impercettibile.

Un'altro breve tratto a spinta (150 m) con pendenze che superano il 20% poi finalmente ci si può rimettere in sella e proseguire su un sentiero che continua comunque a salire raggiungendo la sommità di 440 m. La discesa che inizia è breve e ci portiamo quasi subito su una stretta stradina asfaltata che passa accanto ad una grande villa ed arriviamo alla periferia di Capiago uscendo per poco dal bosco. Quando arriviamo ad incrociare la  SP28  giriamo a sinistra e procediamo su asfalto, sempre in leggerissima salita, per non più di 400 m, poi giriamo a sinistra ed iniziamo un'altra salita che ci conduce ancora nel mezzo del bosco su un bel tratto sterrato dove le pendenze, abbordabili, non superano mai il 12%. La discesa sempre su stradina sterrata arriva ad un bivio dove girando a sinistra percorriamo via Papa Giovanni XXIII raggiungendo l'incrocio con la Strada delle Fontane.

Girando a sinistra andiamo a percorrerne il primo tratto asfaltato poi la strada rientra un'altra volta nel bosco ed iniziamo la bella ed impegnativa salita verso la vetta del Monte Croce. Ultimissimi metri a spinta, ma sono solo una decina, e poi iniziamo la discesa DH sul  Sentiero  PS-Capiago  in cui ogni tanto deviamo per non effettuare i salti che sono stati predisposti dagli amanti di questo sport ed in altri essendoci passaggi troppo difficoltosi scendiamo anche di sella. Raggiungiamo così la bella sterrata che passa alla periferia di Lipomo e ci conduce, deviando a destra, nuovamente nel bosco ed in direzione del Lago di Montorfano (Il lago fa parte di un gruppo di laghi briantei racchiusi tra i margini meridionali del lago di Como in una zona nota con il nome di "Triangolo Lariano", compresa tra Como, Bellagio e Lecco) entrando nella Riserva Naturale. Con una giornata come quella odierna il paesaggio che si vede dalle sponde del lago è bellissimo, nessuna nuvola, non c'è foschia e la limpidezza del colore del lago è da favola. Breve pausa per scattare qualche fotografia e si riparte.

Raggiunto il lido ci portiamo a destra e prendiamo la sterrata che passa vicino al parcheggio e raggiungiamo l'incrocio con la  SP28  dove giriamo a destra e dopo 100 m a sinistra per imboccare la stradina di via Europa Unita che passa nel mezzo di una zona residenziale di, Montorfano, e raggiunge poi l'incrocio con via Molino. Superata la curva a sinistra qualche centinaio di metri e poi ci teniamo a destra per ritrovare la strada sterrata di entrando di fatto nel Parco della Brughiera.  Ci dirigiamo verso Cascina Cassinazza ed arrivati a fianco della struttura ci teniamo a destra ed andiamo a percorrere il tratto in leggera discesa che ci conduce poi su una sterrata dove raggiunto un bivio ci teniamo a destra ed iniziamo una breve salita che ci da la possibilità di uscire per un attimo dal bosco arrivando non molto distante da Inghigollo. La struttura, casa color rosso scuro, la si nota subito uscendo dal bosco, e l'effetto è davvero bellissimo se si guarda poi il paesaggio circostante dove invece il verde dei prati la fa davvero da padrone.

Attraversiamo il grande pratone sul single trail e ci immettiamo sulla sterrata quando raggiungiamo il bivio proseguendo diritto entriamo in un boschetto, dove l'agilità del cambio serve per passare indenni tra rocce e radici, e portandoci sulla stradina asfaltata raggiungiamo la periferia di Intimiano. Giriamo a sinistra e procediamo sempre diritto su uno sterrato, su una stradina asfaltata ed infine su un tratturo nel mezzo del silenzio dove i soli rumori sono quelli dei Picchi che stanno scavando l'albero per farci il nido. Alla nostra destra le case del paese e davanti a noi la grande cascina. Quando la raggiungiamo, dopo un paio di curve, ci troviamo all'incrocio con la  SP38 . Giriamo a destra e superato il ponte sulla ferrovia giriamo a sinistra e rientriamo in un'altra bella sterrata, che corre accanto ai binari della linea ferroviaria Como-Lecco, e con un'ampio giro ci portiamo nella Valle della Naga, al di sotto dei terrazzamenti di Cascina Santa Naga (Realizzata nel Settecento, storicamente colpita da una epidemia di tifo attorno al 1872, ospitava al suo interno una sessantina di abitanti; oggi è abbandonata e con parti crollate. In un boschetto a poco distanza, in un luogo chiamato "Prea Picada", è stata posta una croce a ricordo di quella terribile epidemia).

Superato questo bellissimo tratto, quasi rettilineo, arriviamo ad immetterci nuovamente nel boschetto, con il sentiero che sempre in leggera discesa ci fa divertire, anche se dobbiamo stare, sempre, con gli occhi ben aperti perchè di rami rotti, per terra, ce ne sono un'infinità ed il rischio di poter prenderne qualcuno sugli ingranaggi del cambio c'è sempre. Uscendo dal bosco troviamo la stradina di via Cascina Varenna e girando a sinistra ne percorriamo poco più di 100 m poi giriamo a destra e andiamo a superare il guado, oggi in secca, del torrente Terrò e ci riportiamo nuovamente nel bosco. Tenendoci a sinistra percorriamo il single trail che si addentra tra le piante e raggiungiamo il bivio con il  Sentiero Cabiate-Montorfano .  Giriamo a destra e lo seguiamo in un susseguirsi di cambi di direzione passando vicinissimi alle piante, con passaggi davvero tecnici in alcuni punti, per evitare quelle grosse pozzanghere, che si formano dove sono passati i trattori, che, in questo punto, ci sono tutto l'anno. Quando usciamo dal boschetto, nella radura, ci troviamo davanti la bellissima Chiesetta di Sant'Adriano. (Sec. XI, epoca in cui le monache benedettine di San Vittore di Meda, divenute proprietarie dell’oratorio di Olgelasca, promossero importanti lavori di ristrutturazione dell’edificio preesistente, fino alle forme attuali).

Brevissima pausa per dissetarsi e si riparte. Raggiunto l'incrocio con la  SP39   giriamo a destra e ne percorriamo poco più di 150 m per poi girare a sinistra sulla sterrata che entra in un'altro boschetto. Ne usciamo quasi subito e tenendoci a ridosso delle piante andiamo a percorrere la bella sterrata che corre a fianco degli alberi e raggiunge più avanti il bosco. Deviazione a destra ed entriamo in una parte del Parco della Brughiera per noi totalmente nuova e selvaggia dove esistono sentieri, ma sulle mappe non sono tracciati e quindi andando a naso verifichiamo, sul nostro gps, che la direzione sia comunque quella corretta. Bellissimo passaggio anche questo e si raggiunge la periferia di Cascina Amata frazione di Cantù. In alcuni tratti siamo anche costretti a ritornare indietro ma tutto questo fa parte del gioco e senza lamentarci mai ci riportiamo su un'altro sentiero che questa volta ci fa arrivare al bivio del  Sentiero Cascina Amata-Cascina San Martino . Giriamo a sinistra e percorriamo un tratto in rettilineo e giriamo a destra, quando troviamo la sbarra, (quest'oggi aperta) e seguiamo un'altro bel tratto, sempre all'interno del bosco, che ci conduce alla sterrata davanti a Cascina San Martino. con l'annessa Chiesetta (Sec. XI, La cappella di S. Martino sorse lungo la direttrice Mediolanum-Comum, sulla sommità di un colle fra Mariano Comense e Carugo, all'interno del castrum di Gattedo, almeno dal XIII secolo feudo della famiglia milanese dei Da Giussano).

La breve discesa su strada bianca ci porta con un'ampia curva ad incrociare la stradina asfaltata dove girando a sinistra passiamo in sequenza Cascina San Bartolomeo, Cascina Vignazza e Cascina Gattedo prima di immetterci nel single trail, che parte dopo la catena, e ci porta a ridosso del boschetto e attraversatolo raggiungiamo l'incrocio con la sterrata che conduce alla Riserva Naturale della Fontana del Guercio. La attraversiamo e superiamo un'altra catena e risaliamo la collinetta arrivando sulla stradina di via A. Grandi alla periferia di Carugo e tenendoci a destra procediamo in direzione della rotonda e quindi del parcheggio davanti al Camposanto. Andiamo a percorrere il rettilineo di via I° Maggio e alla prima traversa giriamo a sinistra e percorriamo il breve tratto in salita per girare alla prima destra seguendo via Grigna. Entriamo quindi nelle prime stradine di Arosio e giriamo a destra su via Monterosa che ci porta all'incrocio con la  SP40 .  Praticamente la attraversiamo perchè giriamo subito a sinistra per seguire via Piave che con l'ultimo tratto acciottolato arriva davanti a piazza Montello. Giriamo a destra e alla prima traversa, di via N. Sauro, a sinistra per procedere sempre diritto fino a raggiungere il sottopasso della  SP41 .

Risaliti dalla parte opposta arriviamo su via Sirtori dove giriamo subito a destra su via Resegone raggiungendo al termine della stradina via Lambro. L'asfalto poco dopo termina e seguendo il sentiero che passa a ridosso del prato ci portiamo all'incrocio con la  SP102 .  La attraversiamo e ci portiamo su via Tofane ed in leggera salita arriviamo alla traversa di via delle Grigne dove giriamo a sinistra e con la strada ancora in salita superiamo Cascina Brenna. Adesso la strada scende e poco dopo arriviamo sul ponte che attraversa la  SS36  e proseguiamo diritto per raggiungere Cascina Rebecca. Superiamo diritto il caseggiato e ci portiamo sulla sterrata che fa parte della  Ciclo-Pedonale Monza-Erba  e seguiamo il sentiero a destra che in discesa ci porterà a ridosso delle sponde del fiume Lambro. La bella discesa a tornanti ci consente di divertirci ancora e proseguendo poi sul tratto pianeggiante raggiungiamo via dei Mulini. Ritornati su asfalto l'andiamo a percorrere tutta superando Molino Filo, Molino Resica e Molino Bistorgio prima di arrivare a Agliate.

All'incrocio giriamo a sinistra e attraversiamo il ponte sul fiume per girare poi sotto la volta di accesso a Borgo San Dazio. Percorriamo ancora la ciclopedonale risalendo anche lo strappo di via per Costa e procediamo in direzione di Realdino per proseguire ancora diritto e superare le volte del ponte sulla provinciale. Poco dopo una brevissima salita ci porta su via L. Da Vinci e poi su via Sette Gocce dove andiamo ad attraversare nuovamente il fiume. Tenendoci a sinistra arriviamo fino al termine della stradina, dove c'è il cancello di entrata dell'Ex Mobilificio Bernini, e imbocchiamo a destra il  Sentiero dei Castagni  che con un susseguirsi di salite e discese scorre a fianco delle sponde del Lambro. Poco dopo ci attendono gli ultimi tornanti della Salita dei Cavalli e con non poca fatica superiamo anche questi portandoci al bivio con via Tagliamento. Giriamo a sinistra e percorriamo il lungo rettilineo che arriva fino ad Albiate portandoci sull'acciottolata vai Resegone. Proseguiamo su via San Valerio passando accanto a Villa Airoldi-Caprotti (Sec. XVII) ed al piccolo Oratorio di San Valerio per proseguire diritto e raggiungere piazza Conciliazione dove alla nostra sinistra troviamo la Chiesa di San Giovanni Evangelista.

Arriviamo quindi alla rotonda sulla  SP6  e la attraversiamo per portarci su via C. Battisti che lasciamo però subito per girare a sinistra seguendo via Confalonieri. Raggiunta piazza San Fermo giriamo a destra e percorriamo il lungo rettilineo fino a quando a sinistra troviamo la traversa di via Aquileia e seguendo la stradina arriviamo alla rotonda di via Gorizia. Girando a destra passiamo davanti a Cascina Canzi e procediamo su via Pasubio per arrivare all'incrocio con via Dosso. Girando a destra ci portiamo sulla sterrata che attraversa il Bosco del Ratto e subito dopo attraversiamo il passaggio a livello della linea Seregno-Bergamo e ci portiamo in direzione del lungo rettilineo di via T. A. Edison che raggiunge l'incrocio con la  SP173 . Proseguendo sempre diritto raggiungiamo l'incrocio con il semaforo e lo superiamo per girare a destra su via E. Toti e raggiungere poi il bivio dove giriamo a sinistra su viale Martiri della Libertà e con il lungo rettilineo superando tre rotonde giriamo a sinistra su via Paisiello e procediamo all'interno delle viuzze di Lissone per raggiungere il piazzale della stazione ferroviaria da dove siamo partiti questa mattina e concludere in bellezza questo nostro tour.

Si parte dalla stazione di Albate-Camerlata che raggiungiamo con il comodo treno da Lissone sulla linea Milano-Como. Quando mettiamo le nostre gomme sull'asfalto di via Scalabrini, dove giriamo a destra, la prima cosa da fare è rimanere molto vicino al margine della strada perchè in questo punto, fino alla rotonda, le macchine e i camion sfrecciano a una velocità molto superiore al consentito.  Fortunatamente sono solo 800 m poi una volta girato a destra la situazione migliora, ma alla rotonda all'atto di attraversare la solita auto, con alla guida una persona al cellulare, passa senza dare la precedenza a noi che eravamo già nel mezzo.... frenatone, qualche parolaccia .... (ci sta...) ma si riparte.  Non passano che poco più di 50 m, siamo su via del Lavoro, all'altezza dello spartitraffico un camioncino, che era dietro di noi, mentre in fila indiana procediamo per il nostro itinerario, pensa bene di portarsi sulla corsia opposta (al di la dello spartitraffico) per sorpassarci..... (incredulità in tutti i componenti del gruppetto.....). Come primi metri non c'è male e per fortuna nessuno si è fatto male ma siamo un paese dove non esistono controlli e quindi non possiamo nemmeno pretendere più di tanto..... chi legge le pagine può anche spaventarsi, però rimane il fatto che al giorno d'oggi il pericolo è sempre dietro l'angolo perchè tutti hanno una fretta incredibile e devono fare tutto ed ancora di più... però non essendone, forse, capaci mettono la premura e la bramosia davanti a tutto non rendendosi conto che così facendo mettono a repentaglio la vita di altre persone.

Pier

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