GMPbike tour n. 1 - Tappa 2
15/10/2014 - GMPbike tour n. 1 - Tappa 2 - In mountain bike nel Parco delle Brughiere - Lago di Montorfano e Parco Regionale della Spina Verde
Album fotografico
Distance: 36 km - 936 m Ascent - 934 m Descent
Si parte con il treno, Suburbano 25024, dalla stazione di Lissone sulla linea Milano-Como-Chiasso, alle 8:01 per arrivare a Cucciago intorno alle 8:30. Utilizzando il sottopasso ferroviario ci portiamo sulla stradina asfaltata e saliti in sella alle nostre mountain bike iniziamo il nostro percorso. Ci dirigiamo a destra verso la SP27 e proseguiamo a sinistra per circa 700 m con la strada che inizia subito in salita. Raggiunta la rotonda giriamo a sinistra e con un'inversione a U imbocchiamo Via Manzoni una stradina che termina poco più avanti e dove sulla sinistra, appena dopo la curva, si stacca il primo singletrail della giornata.
In discesa la prima parte poi si inizia nuovamente con una piccola salita tra i boschi, dove bisogna fare attenzione alle radici e ai sassi che stanno nascosti sotto le foglie e ai ricci delle castagne, per arrivare alle case di un quartiere di Cucciago. Ritornati su asfalto, ma si tratta di stradine periferiche, riprendiamo ancora un'altra leggera salita girando a sinistra su via Sant'Arialdo che lasciamo poco dopo per prendere un'altra bella sterrata che per un bel po' di tempo ci fa stare all'ombra del bosco.
Quando ne usciamo, dopo circa 2 km, siamo arrivati sulla provinciale SP28 -Strada provinciale Luisago-Senna-Lipomo. Teniamo la destra e ne percorriamo circa 350 m poi giriamo a sinistra immettendoci in una sterrata che poco dopo entra nel bel bosco, a destra, e qui per un breve tratto bisogna iniziare con un pò di Trekking Bike perchè il singletrail in alcuni punti presenta delle profonde buche dove se ci si infila la ruota è facile cadere. Non sono più di 100 mt poi si risale in sella e su un'altro bel tratto sterrato arriviamo all'immediata periferia di Cantù.
Raggiungiamo la SP36 e giriamo a destra percorrendone 250 mt poi ancora leggera salita per arrivare ed oltrepassare una bella cascina ed andare in direzione di Montecastello. frazione di Capiago Intimiano. Passiamo proprio davanti alla piccola Chiesetta dei S.S. Pietro e Paolo e non possiamo non fermarci per una breve visita all'interno per scattare anche qualche bella fotografia. Ripartiamo e scendendo nuovamente verso la SP28 giriamo a destra perchè adesso è veramente l'ora di prenderci un buon caffè che quest'oggi ci offre Gigi.
Ripartiamo, con ancora la strada in leggera salita, percorrendo il tratto della ciclabile che passa nel centro del paese e riprendiamo, poco più avanti, nuovamente la SP28 che lasciamo 250 m più avanti per immetterci in un'altra bella sterrata che attraversa dei campi e termina in località Ca Nova. Giriamo a destra e andiamo in direzione di Cascina Pelada per girare a sinistra ed imboccare la sterrata che scende nel mezzo del boschetto e raggiungere l'altra bella sterrata dove giriamo a destra e prima del cancello giriamo a sinistra per oltrepassare le sponde del piccolo laghetto e proseguire su un singletrail, quasi scomparso, e raggiungere un'altra bella sterrata che ancora sfiorando e attraversando dei bellissimi campi ci porta verso la Cascina Cassinazza.
Siamo oramai nei pressi della Riserva Naturale del Lago di Montorfano ed ora ci attende una delle parti più impegnative del tracciato. Arriviamo in Piazza Roma, a Montorfano, passando per le stradine del comune ed iniziamo, subito dopo la Chiesa di San Giovanni Evangelista, l'impegnativa salita che quest'oggi prevede l'arrivo sulla vetta del Monte Orfano. Già il primo tratto, sulla Via Mandelli, risulta impegnativo (Circa il 17% di pendenza in un tratto di circa 700 m), poi una volta che l'asfalto termina la strada spiana un poco, ma da dopo la curva a destra, per poi riprendere a salire con un'altro bel tratto di 400 m intorno al 16%.
Tutto questo fa parte dell'avventura che ci siamo prefissati e se lo abbiamo chiamato Tour un qualche motivo, anche recondito, ci sarà. D'altronde se mai si percorrono queste parti di sentieri mai si può sapere se sono praticabili o no ed è, anche, per questo motivo che le nostre tracce GPS non vengono mai ritoccate rispetto all'originale che è stato tracciato. Discesa quindi impegnativa (-25%) che ci fa arrivare alla periferia di Tavernerio da dove, con un ampio giro, raggiungiamo le sponde del Lago di Montorfano.
Riprendiamo gli sterrati e i singletrail che passano accanto alle sponde del bacino lacustre e poi prendiamo a destra un tratto di sentiero che ci riporta sulla bella sterrata che lascia la Riserva Naturale del Lago di Montorfano e prosegue adesso negli altri sterrati del Parco Regionale della Spina Verde. Un bel tratto in leggera discesa ci fa passare per la frazione Fornace di Lipomo dove proseguiamo per stradine nel mezzo del paese fino a quando decidiamo di fermarci da qualche parte per il pranzo.
Siamo fortunati e passando proprio nel centro della cittadina ci fermiamo in un locale dove il lunch prevede: Lasagne Speck, Radicchio e Scamorza e un piatto di formaggi misti, il tutto, ovviamente innaffiato da qualche bicchiere di vino ma, sopra tutto, di acqua. Ce la siamo presa davvero comoda questa nostra fermata per il pranzo e quando guardiamo l'ora ci accorgiamo che dopo una parola e l'altra siamo rimasti seduti almeno due ore. Adesso però è il momento di ripartire e sappiamo già che i tratti più duri devono ancora arrivare, ma abbiamo, almeno, lo stomaco pieno.
Lasciamo Lipomo dopo aver pedalato tra alcune viuzze e ci riportiamo sulla traccia GPS che prevede adesso un tratto di leggera salita per rientrare nel Parco Regionale della Spina Verde ed iniziare il tratto di sterrato che ci porterà sulla cima del Monte Goi. E' la prima volta che transitiamo da queste parti e non appena la strada inizia a salire capiamo che sarà dura, anzi di più. La pendenza è intorno al 20% in alcuni punti e bisogna pedalare con il peso gestito su entrambe le ruote perchè se no si rischia di scendere di sella.
Sudiamo tanto, la fatica dopo qualche metro si fa sentire ma proseguiamo su un fondo acciottolato un pò umido dove le gomme tassellate non hanno comunque molta presa. Quando le pendenze raggiungono il massimo, in alcuni punti, scendiamo anche di sella, ma lo facciamo perchè dobbiamo solo riposarci un attimo prima di riprendere a salire. Raggiungiamo la Baita del Monte Goi dove troviamo alcune persone che stanno giocando a bocce e scesi di sella per oltrepassare i gradini che salgono verso la casa riprendiamo a salire per raggiungere il punto panoramico, che avevo indicato durante la stesura del tracciato.
Non è molto più alto della baita ma quando arriviamo lo spettacolo della Città di Como, del Lago e delle montagne circostanti ci fa dimenticare in fretta quanta fatica abbiamo fatto per raggiungerlo. Scattate le fotografie di rito riprendiamo le nostre mountain bike e iniziamo la discesa verso Como arrivando sempre su tratti di sterrato/acciottolato in quel di Albate. La discesa prosegue su asfalto, che sono sempre lontani dalle grandi arterie di traffico, fino ad arrivare in Piazza San Rocco dove giriamo a sinistra per iniziare la salita verso il Castello del Baradello immettendoci nuovamente nel Parco Regionale della Spina Verde.
La salita, mai eccessivamente dura, è per un tratto su asfalto (pendenza media dell'8%) poi diventa sterrata e ci sono delle vedute, sempre sulla città di Como che sono davvero bellissime ed in un tratto proprio sotto di noi il campanile della Basilica di San Carpoforo (Fonte Wikipedia: La basilica di San Carpoforo fu la prima basilica della diocesi di Como, e la sua prima cattedrale) e prosegue sempre e comunque con pendenze un pò meno impegnative fino a raggiungere il belvedere dove si hanno ancora delle splendide viste sui monti, il lago e la città.
La torre esagonale (XI Sec) fa da bella vista quando si esce dagli alberi, ma non è ancora finita perchè dobbiamo raggiungere la Torre del Castello che è li proprio sopra di noi. La salita è a scalini e la mountain bike la dobbiamo spingere ma che emozione quando arriviamo li, davanti al cancello e la il mastio si erge proprio, li, a fianco. Foto e filmati non possono mancare nella nostra collezione di questo che davvero uno spettacolo e così abbiamo anche il tempo di riposarci un poco prima di iniziare il rientro.
La traccia GPS ci indica un passaggio, che almeno nel primo tratto è errato e siamo quindi costretti a scendere, mountain bike alla mano, per alcuni centinaio di metri, su una sterrata che presenta non poche difficoltà perchè i gradoni in alcuni punti non sono affatto uno bazzecola.
E' un breve tratto, ma ci siamo oramai abituati in questi lunghi anni di peregrinare tra gli sterrati, per cui quando raggiungiamo la sterrata sottostante c'è un attimo di sollievo, ma guardando poi davanti a noi un attimo di perplessità ci viene.
La strada, che costeggia un lungo muro sale ancora (forse ci eravamo solo illusi della discesa e forse non avevamo guardato il GPS) e fino alla Cascina Respaù è pedalabile. Poi arrivano gli ultimi 400 m e qui davvero si piange (si fa per dire). Il sentiero, che ha una pendenza superiore al 18%, è impraticabile, le piogge hanno eroso tutto il terreno e oltre alle buche profonde, che si trovano nel mezzo della sterrata, sono riaffiorati i sassi e le tubazioni di acqua e materiale elettrico che erano state a suo tempo seppellite sotto un gran cumulo di terra.
Arriviamo in cima, abbastanza, sudati e affaticati ma contenti perchè da questo punto in avanti siamo veramente sicuri che sarà veramente discesa. Ci fermiamo ancora un attimo per attraversare il Sito archeologico di Pianvalle dove si trovano insediamenti che risalgono al 500 a.C. Usciamo di nuovo sulla sterrata e dopo un tratto di 800 metri (circa) di falsopiano adesso inizia veramente la discesa. Anche in questo tratto, il primo quello nel bosco, il fondo è acciottolato poi diventa asfaltato quando si raggiunge, all'incirca, la Baita e si continua in discesa su una stradina stretta che in breve tempo ci porta alla periferia del quartiere Breccia.
Adesso ci sarà da attraversare una piccola parte della città di Como prima di arrivare alla periferica stazione di Albate-Camerlata sede di partenza della prima tappa del nostro tour. Certo quest'oggi ci abbiamo messo forse un tempo eccessivo nel percorrere questo tracciato ma siamo contenti anche così perchè abbiamo avuto tutto il tempo necessario per goderci questi bellissimi spazi e paesaggi che ci rimarranno per sempre davanti ai nostri occhi. Grazie Gigi, Mimmo e Nando, anche quest'oggi siamo riusciti a dare il meglio di noi stessi in ogni momento della giornata e questo dimostra, ancora una volta, quanto sia bello stare in compagnia.
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