L'altro sentiero per il Monte Canto


20/09/2015 - L'altro sentiero per il Monte Canto
Album fotografico
Distance: 33 km - 888 m Ascent - 922 m Descent



Ci ritroviamo in sette, stamane, alla Stazione ferroviaria di Olgiate-Calco-Brivio, (sulla linea Monza-Lecco), nell'ultima giornata d’estate, con condizioni meteo ideali per un’escursione in mtb nella zona del Monte Canto, un autentico santuario per i bikers della zonaSu asfalto ci dirigiamo verso la Chiesa di S. Zeno e, successivamente, puntando verso est, attraversiamo la  SP72 Dirigendoci verso il fiume Adda, dopo aver attraversato la  SP342  tra Beverate e Calco Superiore, scendiamo lungo via Giovanni XXIII in direzione Arlate e, subito prima di un pratone, imbocchiamo, a sinistra, via dei Pini. La abbandoniamo 300 metri dopo, per entrare, ancora a sinistra, in una mulattiera nel bosco che ci riporta, dopo un paio di Km, sull'asfalto in prossimità di Vaccarezza

Alla nostra sinistra, a nord, lo scenario offerto dai rilievi montuosi è unico: riconoscibilissimi, il Resegone in tutta la sua maestosità e le Prealpi che separano l’Alta Brianza dalla Valle Imagna, con le inconfondibili cime della Camozzera, del Pertus e della Valcava. Oltrepassiamo l’Adda sul Ponte di Brivio ed entriamo nel territorio comunale di Cisano Bergamasco e, alla prima rotatoria, deviamo a destra sulla  SP169 , percorrendola per 800 m per deviare poi a sinistra dirigendoci, su una sterrata che poco più avanti si inerpica  prima e sulla  SP171  poi, verso l’agreste borgo di Odiago una piccola frazione di Pontida.
Dopo aver ammirato da lontano la caratteristica casaforte del XII sec., la Chiesa di S. Giorgio col suo bel campanile, riprendiamo la strada verso Pontida passando davanti all'antico lavatoio, costeggiando il Monte Canto alla nostra destra, con la sua infinita rete di sentieri.


Al bivio successivo prendiamo a destra, imboccando la strada chiusa per frana, oltrepassando un piccolo sbarramento; passiamo accanto al Santuario della Madonna Addolorata di Ca’ de Rizzi e, sempre su asfalto, raggiungiamo Pontida dove, aggirando il cimitero, imbocchiamo la carrabile sterrata (il notissimo  Sentiero  M4 che risale il versante settentrionale del colle sino alla sua cima
Dopo circa 500 m abbandoniamo la carrabile, proseguendo diritti lungo un sinuoso e divertente single-track nel bosco, parallelo alla  SS342  che percorre la Val S. Martino, riuscendo a scorgerla tra gli alberi, di tanto in tanto, alla nostra sinistra. Dopo circa 500 m di saliscendi su un fondo reso impegnativo anche dalla presenza di numerose radici, il single-track si allarga in una bella sterrata che raggiunge il nucleo di Cerchiera


Ritroviamo l’asfalto, girando a sinistra, in discesa, percorrendo via A. Moro sino a raggiungere la ferrovia, alla periferia di Ambivere, costeggiandola per un breve tratto alla nostra sinistra. Subito dopo un passaggio a livello entriamo a destra in una sterrata che, entrando nel bosco, inizia a salire prima dolcemente ma, ben presto, nella zona dei vigneti, con pendenze molto decise che ci costringono a scendere di sella per spingere, sino ad un roccolo dal quale, riposandoci, si puo’ godere di una notevole panoramica sulla sottostante Val S. Martino. Una breve discesa verso una mulattiera ci porta al rudere di Cascina Picco, che aggiriamo a sinistra, abbandonando la mulattiera per un fluido single-track nel bosco che sbuca, dopo circa 1 Km in leggera salita, a Cà Bolis, sulla strada asfaltata lungo il crinale esposto verso sud, che collega Mapello a Fontanella.

Giriamo a destra su salita impegnativa e dopo circa 600 m, subito dopo una secca curva a destra, affrontiamo il micidiale rampone cementato di Cà Bergnino: solo cinquanta/sessanta metri di lunghezza ma con una pendenza (valutata “ad occhio-metro”) tra il 25% ed il 30%.... fatta tutta al gancio, in fuori giri, con la mente in grado di gestire un solo pensiero: ma quando finisce? Dopo un ulteriore tratto selciato imbocchiamo una ciclopedonale e arriviamo alla stupenda Abbazia di S. Egidio a Fontanella, con la bella chiesa costruita circa 1000 anni fa, sede di monaci benedettiniDopo una sosta e rifornimento d’acqua (è assolutamente raccomandabile una visita all’interno dell’Abbazia) ripartiamo in direzione della vetta del Canto, inerpicandoci sul ripidissimo (ma molto ben tenuto) ciottolato che sale verso il crinale seguendo il  Sentiero CAI 891 , immerso tra le vigne, offrendo una vista superlativa sulla pianura verso sud (ammesso che si abbia la possibilità di distrarsi dal notevole impegno richiesto per risalire questo tratto).

Dopo alcune centinaia di metri di faticosa salita, al primo bivio in località Caprile deviamo a destra (*), salendo un’altra ripida erta erbosa verso un piccolo nucleo di costruzioni, dove prendiamo a sinistra spingendo la bike per circa 100 m, lungo un ripido ed accidentato sentiero  in ripida salita, sino a sbucare su una mulattiera nel bosco, che percorriamo andando verso sinistra, in salita. Dopo circa 1 Km nel folto del bosco (attenzione, questo tratto è percorso in senso opposto dai free-rider) sbuchiamo sulla carrabile sterrata che sale da Pontida con il  Sentiero M4  e ne percorriamo l’ultimo tratto, raggiungendo il punto più elevato del nostro itinerario, la Chiesetta di S. Barbara.

Ripercorrendo a ritroso gli ultimi 300 m, iniziamo una spettacolare e vivace discesa lungo la filante carrabile sterrata a tornanti che da S. Barbara termina al Santuario della Madonna delle Caneve di Sotto il Monte (qui possibilità di rifornimento idrico). Un centinaio di metri dopo la chiesetta, svoltiamo a destra in via Zandona, percorrendo un tratto sterrato che, passando tra un gruppo di abitazioni (ai bivi tenere sempre la sinistra) ci riporta sull'asfalto della  SP169  alla periferia occidentale del paese, dove svoltiamo a destra per Carvico. Poco prima di Villa d’Adda svoltiamo a sinistra dirigendoci verso la sponda sinistra dell’Adda, percorrendo i bei sentieri che corrono in costa, sino a Calusco d'AddaAttraversando il famoso Ponte San Michele ci godiamo, dall'alto dei suoi 85 m sul livello del fiume, il fantastico panorama sull'Adda, rientriamo in provincia di Lecco, raggiungendo la piccola stazione ferroviaria per il rientro in treno. 


In conclusione un’escursione appagante per i panorami, un giro alquanto “pedalato”, con parecchie salite, alcuni tratti a spinta ed una veloce e divertente discesa; piuttosto dispendioso in termini di energia, richiede di essere affrontato con un buon allenamento. (*) In alternativa al tratto descritto, è possibile raggiungere la sommità del Monte Canto continuando sulla mulattiera selciata (con pendenze non indigeribili ma neppure trascurabili).
Daniele  




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